Sardegna, stop targhetta identificativa pecore e ok al tatuaggio

Arriva “un risultato storico” per gli allevatori ovini e caprini sardi.

Niente più targhette per identificare i capi ovini e caprini, che saranno riconoscibili grazie a un tatuaggio.

È stato finalmente riconosciuto come metodo ufficiale quello che chiedeva Coldiretti Sardegna da tempo. Si chiude definitivamente così l’era delle deroghe e gli allevatori sardi ovicaprini potranno, dunque, utilizzare il tatuaggio (insieme al bolo ruminale già obbligatorio).

“Siamo soddisfatti che si sia arrivati a questo importante risultato anche se giunge con un po’ troppo ritardo. Finalmente sono state ascoltate le nostre richieste e quelle dei tanti allevatori che attendevano ogni volta le deroghe. Adesso si volta pagina – sottolinea Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna – abbiamo sempre creduto che l’applicazione del tatuaggio fosse il metodo migliore perché più sicuro per gli animali evitando la perdita delle targhette che molto spesso creano danni e lesioni durante il pascolo”. Sulla stessa alinea il direttore regionale, Luca Saba: “dopo una lunga serie di incontri in cui abbiamo sollecitato la risoluzione di questo problema finalmente arriva questo risultato – sottolinea – l’applicazione del tatuaggio risponde meglio alle esigenze di lavoro delle aziende sarde di allevamento essendo un metodo consolidato nel tempo e sicuro”.

Il tatuaggio, apposto sul padiglione auricolare, preferibilmente il sinistro, deve riportare il codice di identificazione chiaramente visibile, leggibile e indelebile, in modo da garantire costantemente una lettura corretta del codice stesso.

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