Un’accelerata per arrivare alla proclamazione degli eletti con le idee definite sulla giunta.
Alessandra Todde, neo governatrice in pectore della Sardegna, si prepara ad andare in Abruzzo, domani, per la chiusura della campagna elettorale a sostegno del campo largo che ha candidato Luciano D’Amico, stasera invece sarà ospite a Roma, in diretta tv, prima di Bianca Berlinguer, poi di Corrado Formigli, che le farà un’intervista-ritratto a 360 gradi.
Al suo ritorno, nei primi giorni della settimana prossima, vedrà i partiti della coalizione a cui ha già chiesto di fare una sintesi interna e di arrivare all’appuntamento con delle proposte precise sui componenti della giunta.
Nessuna imposizione di nomi alle forze politiche, è il metodo che Alessandra Todde avrebbe scelto: con le proposte in mano si procederà a una sintesi condivisa e collegiale della squadra dei 12 assessori, salvo che l’ultima parola spetterà comunque alla governatrice.
Il Pd ha già convocato per lunedì 11 alle 16.30 a Oristano la direzione, ufficialmente per l’analisi del voto ma sarà inevitabile ragionare anche in termini di persone da indicare come assessori.
Già noti i requisiti, la presenza di metà donne prima di tutto, la competenza e poi la discontinuità rispetto al passato, nei comportamenti e nelle scelte.
Per questo Todde vorrebbe arrivare in fretta alla prima seduta del Consiglio regionale, che lei stessa dovrà convocare entro 20 giorni dalla proclamazione ufficiale (sancisce la legge), per segnare una netta differenza con Christian Solinas che ci mise oltre due mesi a scegliere la sua squadra, nominata in momenti successivi.
Altra certezza che filtra dalle forze del campo largo è il no a un esecutivo di tecnici o professori: la politica sarà prioritaria. Sulla composizione e i pesi dei partiti tutti saranno rappresentati (compresa la lista della presidente), ma non ci sarebbero schemi predefiniti stile calcistico, mentre non è chiaro quanto sarà seguito il principio della rappresentanza territoriale.
Tutto questo varrà anche per la scelta del presidente del Consiglio regionale, per prassi il consigliere più votato in assoluto, ma per stessa prassi anche l’esponente del partito più forte che non esprime già il presidente. A contendersi lo scranno più alto dell’emiciclo potrebbero essere quindi Desirè Manca (M5s), la più votata, e Giuseppe Meloni (Pd), il secondo più votato. Ma per entrambi potrebbero esserci due caselle dedicate nell’esecutivo. E se alcuni escludono la scelta della sassarese pentastellata in quanto esponente dello stesso partito di Todde, in molti nell’alleanza ricordano i precedenti trasversali in cui governatore e presidente del Consiglio sono stati dello stesso partito.
La presidente avrebbe chiari anche i primi passi, che riguarderanno in particolare la sanità e i trasporti, insieme all’imminente stagione turistica, con l’obiettivo di arrivare preparati alle prossime gare della continuità territoriale, i cui termini scadono per tutti e tre gli aeroporti sardi il prossimo 26 ottobre, questo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa.