“È un sistema farraginoso, è vero, e dipende da vari fattori. Ma speriamo che per le prossime amministrative si possa risolvere”.
Massimo Zedda, leader dei Progressisti ed ex sindaco di Cagliari, non ha dubbi sull’esito delle procedure per la proclamazione degli eletti delle Regionali in Sardegna, mentre i tribunali sono al lavoro per la verifica dei verbali. E prova ad analizzare, in prospettiva, i nodi di un meccanismo che dopo cinque anni dalla scorsa elezione si è rivelato altrettanto complesso e intricato: nel 2019 passarono 23 giorni tra lo spoglio e la proclamazione.
“C’è stata una riduzione dei seggi, ma se è vero che c’è stata una diminuzione del numero dei votanti, aggiungere qualche seggio in più forse avrebbe reso più facile il lavoro dello scrutinio”, spiega Zedda all’ANSA, già in campo per le Comunali di Cagliari. Secondo l’esponente progressita, “voto disgiunto e doppia preferenza sono state complicazioni che hanno reso più lungo lo spoglio”, ma anche la “mole di candidati in campo, circa 1.500”.
“Ci sono seggi che hanno chiuso le operazioni in fretta, grazie anche a presidenti con più dimestichezza nelle procedure.
Potrebbe quindi essere utile – afferma – immaginare una formazione per gli operatori”. Per il consigliere regionale uscente e non ricandidato, “si può anche pensare a una sperimentazione verso il voto online, o con procedure che includano il digitale nella trasmissione dei dati, ma – precisa – se lo si vuole risolvere in tempi rapidi, si potrebbe aumentare il numero di seggi già in occasione delle prossime amministrative”.