Musica e storia si intrecciano nell’anteprima della stagione Lirico-sinfonica del de Carolis di Sassari.
Sul palco del Teatro comunale il 9 e il 15 aprile alle 20.30, sono in programma due concerti cameristici, omaggio al patrimonio culturale della Sardegna e al percorso dell’Ente, che da quasi 90 anni è impegnato sul fronte della promozione e valorizzazione della tradizione musicale.
Si parte con Il Petrof di Arturo Benedetti Michelangeli, con Roberto Cappello al pianoforte.
L’introduzione storica è affidata a Cosimo Filigheddu. Il 15 è la volta di Le tre mani di Thalberg, con Francesco Nicolosi al pianoforte e Stefano Valanzuolo voce narrante. Introduzione storica a cura di Antonello Mattone, presidente del De Carolis.
Il Petrof rievoca uno dei momenti più significativi della storia del de Carolis: il concerto di Arturo Benedetti Michelangeli, considerato tra i più grandi interpreti del pianoforte del ventesimo secolo. Il concerto sarà dedicato, oltre che al ricordo del grande maestro, anche alla storia del pianoforte gran coda Petrof, acquistato nel 1965 dall’Ente in occasione del concerto di Benedetti Michelangeli. “Il rinomato pianista bresciano – racconta Mattone – chiese espressamente l’acquisto di un pianoforte a gran coda, strumento per il quale il de Carolis spese 40.000 lire”. In programma pagine di Chopin.
Per il secondo appuntamento del 15 aprile è sempre il pianoforte lo strumento protagonista di una storia densa di fascino e mistero in cui si delinea la figura del leggendario pianista Sigismund Thalberg, ‘il pianista con tre mani’ per la particolare tecnica di diteggiatura e bellezza di tocco che aveva elaborato. Alla morte del maestro, come atto di estrema devozione Francesca Lablache, la vedova, volle conservare il corpo del marito affidandolo al medico cagliaritano Efisio Marini, conosciuto come il pietrificatore per le sue ricerche nel campo della conservazione di cadaveri e parti anatomiche.
Il pianista con tre mani ha ispirato nel tempo diversi autori, così come è stato per il pietrificatore Marini a cui la penna di Giorgio Todde ha dedicato una serie di cinque romanzi.
Molti musei custodiscono sui pezzi. Un esemplare è custodito anche al Museo di anatomia umana dell’Università di Sassari, la mano di una giovane donna morta prematuramente. Marini non ha mai svelato al mondo il segreto della pietrificazione.