Studenti, insegnanti e cittadini scenderanno in piazza venerdì mattina per chiedere che in Palestina tacciano le armi.
Le associazioni Studenti per la Palestina e Assemblea cittadina per la Palestina, hanno organizzato uno sciopero e un corteo per il 23 febbraio: alle 9,30 si raduneranno in piazza Azuni e raggiungeranno piazza Università, dove chiederanno al rettore dell’Ateno sassarese di interrompere qualunque rapporto con la società Leonardo: “Il nostro obiettivo è chiaro: chiedere al Senato accademico e al rettore Mariotti di recidere ogni rapporto con Leonardo spa, azienda italiana strettamente legata a Israele e una delle massime produttrici di armi d’Europa, nonché fornitrice degli armamenti con cui Israele sta compiendo un vero e proprio genocidio”, hanno spiegato oggi Ilenia Pisano e Pierluigi Cocco dell’Assemblea Studenti per la Palestina Sassari, annunciando la manifestazione.
Allo sciopero indetto dal sindacato di base S.I.
Cobas aderiscono anche numerosi docenti, organizzati in un coordinamento: “Quando la guerra arriva a radere al suolo sistematicamente scuole, università e ospedali, significa che persino parlare di guerra risulta fuorviante, perché siamo di fronte a un’opera di consapevole annientamento identitario di un popolo e di un genocidio”, ha detto Giovanna Bonu, insegnante di storia e filosofia.
In prima linea nel corteo ci saranno anche le comunità migranti di Sassari: “Non è vero che da qui non possiamo fare nulla”, sottolinea Dahood Jamal, studente palestinese di medicina.
“Possiamo boicottare le aziende che hanno nessi economici con Israele, chiedere alle istituzioni di prendere posizione, rompere i vincoli tra la nostra università e le strutture che in un modo o nell’altro collaborano con Israele”.