Riparte con più forza la mobilitazione alla Portovesme, l’azienda che ha fermato poco prima di Natale la produzione dello zinco lasciando in attività nello stabilimento del Sulcis solo la lavorazione dei fumi di acciaierie.
Questa mattina un presidio dei lavoratori degli appalti, a seguito dei primi licenziamenti nell’indotto, si è trasformato in un blocco ai cancelli con relativo sciopero.
“Una protesta che proseguirà a oltranza fino a che non si avranno certezze sul futuro di questo stabilimento che, per bocca del Governo, è strategico”, dicono i rappresentanti dei metalmeccanici di Fiom, Fsm e Uilm, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.
“Sono passati oltre due mesi da quando il Governo e la Regione sono venuti qui a Portovesme per garantire il loro supporto a questa vertenza – ricordano i sindacati -. Oggi, però, registriamo solo licenziamenti. E senza commesse questo accadrà anche ai lavoratori di altre aziende”.
Attualmente, secondo fonti sindacali, dei circa 600 lavoratori dell’indotto che operavano all’interno e all’esterno dello stabilimento (dalle manutenzioni alla logistica), ne è rimasto solo un terzo.
Cgil, Cisl e Uil puntano ad avere per domani un incontro urgente con la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, ma la protesta potrebbe presto arrivare fino a Roma con una nuova manifestazione di piazza.