Fermata totale della centrale Enel Grazia Deledda di Portoscuso nella seconda giornata di sciopero riprogrammata da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil dopo quella dell’8 marzo, quando un guasto a Fiume Santo aveva impedito lo stop nel Sulcis per ragioni legate alla sicurezza della rete.
Il 100% dei turnisti, secondo i dati dei sindacati, ha incrociato le braccia.
I lavoratori si sono ritrovati in un presidio, davanti ai cancelli della centrale.
Fino alle 23 di oggi l’impianto non produrrà energia elettrica per la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici Enel che si inserisce nel quadro della mobilitazione nazionale contro Enel ma che nel Sulcis Iglesiente assume una valenza specifica: “Non c’è un piano industriale in vista della dismissione di una centrale che garantisce la stabilità della rete regionale e che, nei piani di Enel, non ha alcuna prospettiva per i lavoratori diretti e degli appalti impiegati e nemmeno una alternativa seria allo smantellamento”, denunciano Francesco Garau (Filctem), Gianrico Cuboni (Flaei) e Pieluigi Loi (Uiltec).
Secondo le sigle, i progetti di Enel “si limitano all’utilizzo delle batterie elettrochimiche sparse per l’Isola e provenienti da produzioni in paesi extraeuropei con una tecnologia che non è ancora matura per la conservazione a lungo termine, a prova di sicurezza e stabilità della rete, dell’energia prodotta da rinnovabili”. I sindacati sostengono da tempo “la necessità di un mix energetico fra rinnovabili, gas e idroelettrico che salvaguardi la sicurezza del sistema nella transizione”.
Dopo l’avvio della mobilitazione nazionale contro Enel – che in Sardegna occupa 1500 lavoratori – la vertenza si è ulteriormente inasprita a causa dei nuovi orari di lavoro: “le carenze di organico non possono essere scaricate sui lavoratori programmando turni disumani”, dicono. Per questa ragione, il tema è stato portato all’attenzione del prefetto di Cagliari che si è impegnato a sottoporre la questione alla ministra Calderone.