L’Associazione sindacale Cobas – Comitati di base della scuola – sede di Cagliari aderisce chiamando lo sciopero della scuola allo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati proclamato dall’organizzazione sindacale S.I. Cobas per il giorno 23 febbraio 2024 a sostegno della Palestina e del blocco delle spese militari e dell’invio
delle armi in Ucraina.
Si chiede:
– Il cessate il fuoco immediato e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza;
– Il blocco immediato dei traffici di armi dirette ad Israele;
– La fine dell’occupazione coloniale delle terre palestinesi in Cisgiordania;
– Il blocco delle spese militari e dell’invio delle armi in Ucraina.
“L’adesione allo sciopero proclamato per il 23 febbraio nasce dalla totale contrarietà al genocidio in Palestina condotto dall’esercito israeliano, con l’appoggio degli stati europei, compreso quello italiano. Riteniamo che l’unico modo per uscire dalla crisi mediorientale è la cessazione dei massacri a Gaza e in Cisgiordania e il
riconoscimento del popolo palestinese quale portatore di diritti politici che non possono essere soppressi o misconosciuti. Altrimenti la situazione non può che degenerare, come dimostra la crisi ai confini col Libano e il blocco della navigazione commerciale nel Mar Rosso intrapreso dagli Houthi come forma di solidarietà verso i
palestinesi. Siamo pertanto contrari e contrarie alla missione “Aspides” che vede l’Italia in prima linea contro gli Houthi per difendere le navi israeliane, americane e britanniche in transito nel Mar Rosso” afferma il sindacato di base.
“Ribadiamo la nostra contrarietà al finanziamento di qualsiasi guerra, compresa la guerra in Ucraina, che sta producendo una devastazione della popolazione ucraina e del suo territorio, quando una soluzione può essere data solo da un accordo diplomatico, a cui l’Unione Europea non ha dato finora alcun contributo. Osserviamo con estrema preoccupazione la corsa al riarmo che sta caratterizzando la politica di molti stati con l’adozione di un’economia di guerra che anche in Italia crea conseguenze negative in tutte le istituzioni sociali e pubbliche come la sanità e l’istruzione (con la carenza di organico del personale, l’utilizzo massiccio di personale precario, il continuo aumento dei carichi di lavoro, il dimensionamento scolastico con la perdita di 36 autonomie solo in Sardegna); siamo contrari alla presenza insistente dei militari nelle scuole che propagandano la convenienza delle carriere militari insieme a valori acritici di patria avulsi dallo spirito della Costituzione. Ribadiamo che le guerre vanno fermate, non combattute o alimentate. Tale appello si fa sempre più diffuso e insistente nella penisola e in Sardegna, terra particolarmente sacrificata dalla presenza di grandi poligoni militari e dalla fabbrica di armi RWM”, concludono i Cobas.
Per queste ragioni sono stati organizzati due momenti di protesta, a Cagliari con un presidio in Piazza del Carmine dalle ore 9.30 e a Sassari con un corteo con concentramento alle ore 9.30 in piazza Azuni.