Scuola e università, il 4 aprile corteo nazionale contro il riarmo

“La sera del 24 marzo 1999, violando ogni legalità internazionale e ogni diritto umano, i bombardieri della NATO iniziarono i loro raid contro quella che allora si chiamava Repubblica Federale Yogoslava di Serbia e Montenegro. I raid continuarono per 78 giorni, fino al 10 giugno, infliggendo danni per miliardi di dollari, distruggendo le strutture industriali, i ponti sul Danubio, i servizi essenziali del paese e causando la morte di centinaia di civili. Una guerra pretestuosa funzionale agli Usa e alla Ue per ridisegnare la mappa geopolitica non solo dei Balcani ma dei corridoi strategici che vanno da est a ovest, e viceversa.

Oggi a 26 anni di distanza, assistiamo di nuovo ai deliri suprematisti e bellicisti di un’UE ormai in crisi, che ci vuole portare direttamente alla guerra, con la complicità e l’entusiasmo di tutta la classe dirigente europea. Sono infatti emblematici gli 800 miliardi di euro che la commissione europea ha deciso di investire sul settore bellico, valutando addirittura di convertire le filiere produttive in crisi in industrie belliche.

I costi della furia bellicista europea ricadono, come sempre, sulle spalle di studenti, giovani e lavoratori, a suon di tagli sulla spesa pubblica e austerità. Così le scuole ci crollano addosso, nelle università si taglia sul diritto allo studio e sulla didattica e, contemporaneamente, i salari diretti e indiretti sono in continuo peggioramento. Scuole e università, inoltre, risultano elementi importanti in questo processo UE: queste, infatti, sono importanti apparati ideologici di stato e le università direttamente ingranaggi attivi nelle dinamiche produttive e competitive. Da qui vediamo i percorsi di PCTO in aziende belliche o basi militari nelle scuole, mentre nelle università una crescita della complicità con il comparto militare-industriale, oltre che una martellante propaganda.

Noi studenti ci rifiutiamo di essere complici della guerra e degli orrori compiuti dalla nostra classe dirigente. Vogliamo…”, scrive in una nota il movimento Cambiare Rotta che ha annunciato per il 4 aprile una mobilitazione nazionale.

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