In questi 3 anni hanno avuto luogo numerosi eventi in tutta la Sardegna promossi dalla dott.ssa Carmen Fraietta, Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Sassari.
Tutti gli eventi sono stati certamente proficui, in quanto molte famiglie e persone singole, si sono avvicinate alla possibilità di affiancare i nostri minori in situazioni di fragilità. Credo che sia ora di trovare alternative all’istituzionalizzazione dei minori e anche l’affido familiare potrebbe essere una buona opportunità.
L’affido è uno strumento a tutela di quel minore che solo temporaneamente risulti privo di un ambiente familiare idoneo alla propria crescita e non deve essere certo casuale ma vagliato attentamente dal Tribunale per i Minorenni del luogo dove risiede il minore, oppure segnalando la propria disponibilità al Servizio di territorio. Dovrebbe essere consentito esclusivamente previa preparazione e conseguimento dell’idoneità.
Rientra nel diritto dello stesso minore di poter crescere all’interno di una famiglia, cosi come attestato dalla Costituzione e dalla convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Come più volte evidenziato occorre un elenco trasparente di adulti con idoneità all’affido e una equipe totalmente dedicata a tracciare nuovi percorsi di preparazione al passo con i tempi e dedicati anche al sostegno alle famiglie affidatarie, adottive, appoggio e ponte. Oltre i percorsi specifici di sostegno alla genitorialità spesso decretati dal Tribunale, occorre tanto altro per un sostegno esaustivo di tutte le famiglie o singoli che generosamente accolgono i nostri minori.
Qualsiasi adulto o famiglia che mette il proprio tempo a disposizione per i reali bisogni dei bambini e degli adolescenti bisognosi è preziosissima, infatti contribuisce al benessere del minore e alla prevenzione dell’istituzionalizzazione, quest’ultima come documentato da numerose ricerche e valide ricerche attestanti i traumi provocati dall’istituzionalizzazione, prettamente proporzionali al tempo trascorso all’interno delle strutture, il tempo di permanenza dovrebbe essere molto breve e consentito solo se strettamente necessario, dopo aver cercato ovunque famiglie e singoli disponibili e tramite un elenco trasparente sia Comunale che Regionale.
Ciò che realmente occorre sono le strutture integrate, destinate ad accogliere minori non autosufficienti, con esiti di patologie fisiche, psichiche, sensoriali o miste, stabilizzate e non curabili a domicilio.
Tutti i minori devono avere la possibilità di sperimentare relazioni affettive salubri e costanti seppure inseriti in una comunità protetta, quando anche necessitino di protezione, dovrebbero essere garantite relazioni affettive esterne alla casa famiglia e non limitate agli educatori che ricoprono uno specifico ruolo professionale e non hanno la possibilità di dedicarsi a ciascuno di loro con un rapporto individuale.
Ancora una volta e ne seguiranno altre, vorrei essere portavoce di tutti i nostri minori e chiedo ai cittadini di riflettere sulla possibilità di sperimentarsi come famiglie appoggio, ponte e affidatarie e tutti coloro che saranno interessati dovranno essere adeguatamente formati dai servizi preposti.
L’obiettivo dell’affido è quello di garantire il benessere del minore e di ricongiungerlo alla famiglia d’origine quando possibile. L’intento è quello di poter reperire famiglie, coppie e single interessate ad accogliere bambini e adolescenti temporaneamente e di donare loro un tempo a volte molto limitato ma di qualità e ben forbito di calore affettivo, attenzioni, buona educazione e istruzione.
In ultimo e non meno importante è evidenziare che sono numerosi i minori migranti accolti presso i CAS e SAI minori in Sardegna e sarebbe utile e opportuno che la nostra attenzione andasse anche a tutti loro, che con molta sofferenza e altrettanta speranza raggiungono la nostra isola.