Pagava i lavoratori 5 euro l’ora per impiegarli nei suoi terreni tra le 8 e le 10 ore al giorno, senza fornire loro cibo, acqua e alloggi adeguati in cui lavorare.
Lo hanno scoperto gli investigatori della Sezione Criminalità diffusa della squadra mobile di Cagliari che hanno arrestato un 39enne per sfruttamento del lavoro nei confronti di almeno cinque migranti richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza temporaneo di Monastir, a una ventina di chilometri dal capoluogo sardo.
L’uomo, cagliaritano, titolare di un’azienda agricola a Monastir, nel Cagliaritano, dopo la convalida dell’arrestato è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di firma.
L’indagine lampo sul caporalato condotta dalla squadra mobile in collaborazione con il personale dell’Ispettorato del lavoro di Cagliari e Oristano è scattata pochi giorni fa proprio a seguito di una segnalazione ricevuta dall’ispettorato su presunte assunzioni irregolari, senza versamenti contributivi e senza segnalare le retribuzioni, effettuate dal titolare dell’azienda agricola di Monastir. Sono quindi stati avviati gli accertamenti della polizia che oltre agli appostamenti nella zona hanno anche raccolto le testimonianze dei migranti.
Sono così emerse le condizioni di sfruttamento: “Impiego giornaliero di 8/10 ore con una breve pausa per il pranzo che il lavoratore portava autonomamente, come anche l’acqua per bere – spiegano dalla polizia – assenza di materiale di protezione individuale e locali adeguati per le pause; retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi a livello nazionale e comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato (paga esigua in busta e retribuzione delle restanti spettanze a 5 euro l’ora ed in nero)”.
Il 26 luglio scorso è scattato il blitz nell’azienda agricola e sono stati scoperti cinque migranti che lavoravano nei campi, nel terreno anche il 39enne che è stato arrestato.