Si apre giovedì a Neoneli (OR) la settima edizione del festival culturale Licanìas

Tutto pronto a Neoneli per la settima edizione di Licanìas, il festival di parole, arti e paesaggi promosso dall’Amministrazione comunale del piccolo centro nel cuore del Barigadu, in provincia di Oristano. Da giovedì 22 a domenica 25 giugno quattro giorni di libri, incontri, musica e spettacolo divisi su cinque palchi per ventisei appuntamenti con trentuno ospiti.
 
Per la prima volta al timone della rassegna lo scrittore torinese Giuseppe Culicchia, che cura la direzione artistica cementando così il suo legame con Neoneli dopo la residenza di sei anni fa, dalla quale è nato il racconto “Neoneli, un (in)canto“, presentato al Salone del libro di Torino nel 2018.

Al centro di questa edizione una riflessione attorno al tema “Muri”, scelto da Culicchia come filo conduttore: «Nuovi muri sono spuntati ovunque – spiega il direttore artistico – a dividere, frammentare, parcellizzare. Lo si è fatto in tema di diritti, in un’incessante, insensata lotta tra ultimi e penultimi e ultimi tra gli ultimi, intanto che dal discorso pubblico spariva un tema che al contrario dovrebbe essere centrale, quello del lavoro».
 
Tra gli ospiti di quest’anno grandi protagonisti del mondo culturale italiano, scrittrici e scrittori, divulgatori, performer e musicisti: da Vasco Brondi a Silvia Ballestra, da Gino Castaldo a Ritanna Armeni, da Eraldo Affinati a Tommaso Pincio e Nadia Terranova. Al ricco cartellone si aggiunge anche il climatologo e divulgatore Luca Mercalli, che terrà un incontro – in diretta streaming – per parlare (venerdì 22, alle 17,30) del suo Il mio orto tra cielo e terra. Appunti di meteorologia e ecologia agraria per salvare clima e cavoli (Aboca Edizioni 2017). Rispetto al programma già annunciato, per un imprevisto impedimento non potrà invece partecipare al festival Mario Tozzi.

La settima edizione di Licanìas apre il sipario giovedì 22 giugno con i saluti inaugurali alle 18 a Casa Cultura. Un incontro accessibile anche alle persone sorde grazie al servizio di interpretariato Lis a cura di Giulia Petretto e Maria Paola Casula.
 
Alle 18,15 il festival entra nel vivo con Giovanni Bianconi, storico inviato del Corriere della Sera per il quale segue le più importanti vicende giudiziarie e di cronaca. In conversazione con Giuseppe Culicchia, discuterà di Un pessimo affare (Solferino 2022), il suo libro che ricostruisce i misteri della strage di via D’Amelio in cui perse la vita Paolo Borsellino. Tra polemiche e testimonianze inedite, tra depistaggi e protezioni inadeguate, la storia di un delitto che porterà all’adozione di nuove norme contro la criminalità organizzata e risulterà un “pessimo affare” per i mafiosi.
 
Alle 19,30 si prosegue in Sala Corrale per il taglio del nastro della mostra Il Muro (Degli Angeli), con opere fotografiche di Giusy Calia e opere pittoriche di Ruben Mureddu. «Il muro degli angeli – spiega la curatrice Anna Rita Punzo – è il nome dato da Alda Merini alle pareti della stanza da letto nella sua casa sui Navigli. Il ricordo di quegli ambienti e del sorriso della poetessa riemergono dalle fotografie dell’artista sarda Giusy Calia, che ebbe modo di conoscerla e di ritrarla. Da qui l’idea di realizzare un doppio racconto, che allarga lo sguardo a coloro che vennero confinati dentro i muri degli ospedali psichiatrici e a chi, come Alda Merini, è sopravvissuta a quella forma di detenzione. Autori e interpreti di questo progetto saranno due protagonisti dell’arte contemporanea sarda: Giusy Calia, appunto, e Ruben Mureddu. Artista e arteterapeuta, tra il 2011 e il 2018 ha ideato e curato laboratori sperimentali che hanno coinvolto gli ospiti delle comunità protette della Asl di Sassari; da queste esperienze nascono e si sviluppano le opere realizzate tra il 2011 e il 2014 che definiscono parte del percorso espositivo de “Il muro degli angeli”».

In serata, dalle 21,30 a Casa Cultura, a declinare il tema di Licanìas sarà Duilio Caocci, docente di Lettere all’Università di Cagliari, attraverso una lectio informale su vita e opere di Melchiorre Murenu.
 
La prima giornata del festival si chiuderà nel segno della poesia a bolu, una gara di improvvisazione poetica in lingua sarda. Protagonisti l’oristanese Diego Porcu, che ha debuttato nella sua prima gara ufficiale nel 2015 ma coltiva la passione – e l’esercizio – della poesia sin da bambino; e il nuorese Giuseppe Porcu, che alla pratica della poesia unisce l’impegno per la salvaguardia della gara poetica estemporanea. Per questo motivo è stato insignito nel 2017 del premio “Si moves sa limba, sa limba ti movet” dall’Istituto Camillo Bellieni si Sassari. Entrambi classe ’85, si esibiranno accompagnati dal Tenore S’Angelu di Neoneli. Appuntamento alle 22 sempre a Casa Cultura.

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