“Si fa ma non si dice” con Elena Pau e Gianni Dettori: appuntamento lunedì 22 gennaio

Viaggio tra parole e note con “Si fa ma non si dice / La canzone nuova nel teatro cabaret in Italia”, originale e intrigante “rivista da camera” firmata La Fabbrica Illuminata, con l’attrice e cantante Elena Pau e l’attore, mimo e fantasista Gianni Dettori e con impianto scenico e consulenza costumi di Marco Nateri, in cartellone lunedì 22 gennaio alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Sulla colonna sonora disegnata da un affiatato ensemble, che schiera Roberto Deidda alla chitarra (sua anche la direzione musicale) e Mauro Mulas al pianoforte, con Giuseppe “Joe” Murgia al sax, Alessandro “Cinzio” Atzori al contrabbasso e Daniele Russo alla batteria, i due artisti affrontano un repertorio affascinante, con testi e musiche di autori come Alberto Arbasino, Camilla Cederna, Aldo Palazzeschi, Goffredo Parise e compositori come Cesare Andrea Bixio e Fiorenzo Carpi, tra ironia e leggerezza, strali satirici e argute riflessioni per un vivido affresco della società.

“Si fa ma non si dice” – dal titolo della fortunata canzone di Peppino Mendes e Vittorio Mascheroni, resa celebre da Milly, attrice e cantante d’avanspettacolo ma anche straordinaria interprete brechtiana ne “L’opera da tre soldi” al Piccolo Teatro di Milano per la regia di Giorgio Strehler – è un raffinato spettacolo-concerto, per un excursus tra le atmosfere del café chantant e del varietà attraverso una antologia di brani impressi nell’immaginario, grazie alla radio e poi al cinema e alla televisione, che segnarono una svolta nella tradizione melodica italiana. Sulle note di “L’amore è un pizzicor” di Bixio Cherubini e Cesare Andrea Bixio con F. Bianchini (famosa la versione di Elsa Merlini) e il “Valzer dell’ascensore” di Giovanni Casiroli e Nisa, al secolo Nicola Salerno, “Maschere” di Ennio Neri e Gino Simi, il catalogo delle disavventure sentimentali di una “Zitella cha cha cha” di Maria Monti e Giorgio Gaber cui fa idealmente pendant “L’uomo è fumator” di Virgilio Ranzato e Angelo Ramiro Borella, cantata anche da Milly, tra il gusto esotico per le sigarette e le seduzioni d’amore, Elena Pau e Gianni Dettori fanno rivivere sulla scena la temperie culturale del Novecento. Frammenti di teatro e sapide note di costume in versi e in prosa, tra un “Dialogo” di Goffredo Parise, lo stile ironico e spiazzante di Aldo Palazzeschi e “La Moda” raccontata da Camilla Cederna, si alternano alle melodie in una performance elegante e coinvolgente, con un pizzico di nostalgia per un’epoca di grandi fermenti artistici, in cui intellettuali, scrittori e poeti si facevano parolieri per riscoprire e reinventare un genere popolare come quello delle canzonette accanto a virtuosistici “esercizi di stile” sul tema delle umane passioni, per un ammaliante divertissement.

In programma anche – dal repertorio di Milly – “Per chi dorme solo” del giornalista Mario De Luigi Jr e Sinandro e “La canzone del bel tempo” del poeta Franco Fortini, un invito a vivere intensamente le gioie della giovinezza con musica di Fiorenzo Carpi (autore a sua volta di colonne sonore per il cinema e per il teatro, in particolare per gli spettacoli di Giorgio Strehler, oltre che di celebri melodie) che firma anche “Seguendo la flotta” insieme con Alberto Arbasino, un brano apparentemente “leggero” ma anche trasgressivo, per i tempi, sulla vita militare, reso famoso da Laura Betti, attrice e cantante, amica e musa di Pier Paolo Pasolini, anche interprete insieme con Paolo Poli de “La ballata dell’uomo ricco” di Egisto Macchi e Fiorenzo Carpi. E ancora, dopo “La Baya” di Marcel Heurtebise e Henri Christiné, l’atteso duetto sulla maliziosa canzone del titolo, a ricordare quel che più di ogni altra cosa “Si fa ma non si dice”: un brano celeberrimo che restituisce il clima di un’epoca, per una forma di intrattenimento intelligente che offre un colorato affresco di varia umanità, tra vizi e (rare) virtù, capace di far sorridere e pensare.

«Umberto Eco in un numero della rivista Sipario del 1963, scriveva che il cabaret in Italia non ha mai preso il volo» – si legge nella presentazione –. «La nostra rivista da camera “Si fa ma non si dice” si muove in una dimensione canora per quei tempi di rottura attraverso un repertorio di coraggiosi interpreti… Tra ballate e irriverenze ripercorriamo la satira intelligente di quei giganti che sono riusciti ad aprire un varco verso un nuovo repertorio che andasse al di là delle canzonette della nostra tradizione melodica: Paolo Poli, Laura Betti, Maria Monti, Milly ed altri ancora. Tra i numerosi momenti musicali si inseriscono alcuni testi, tra prosa e poesia firmati da penne di eccellenza tanto care all’istrionico Paolo Poli, quali Goffredo Parise, Aldo Palazzeschi e Camilla Cederna».

“Si fa ma non si dice” è anche un viaggio nella memoria collettiva: «La televisione di una volta ha permesso a questa costellazione di canzoni raffinatissime di arrivare al grande pubblico» – sottolineano gli artisti – «Ed oggi noi ve le proponiamo come segno di un momento quasi antico forse, ma impregnato di quel che è l’oggi e di quel che sarà il domani».

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