Hamas ha affermato di aver lanciato contro Israele “5.000 razzi” nella fase di apertura della operazione che ha chiamato ‘Alluvione al-Aqsa’.
“Abbiamo deciso di mettere fine ai crimini di Israele”, si legge in un comunicato in cui denuncia “profanazioni” avvenute nei Luoghi santi di Gerusalemme.
Razzi sparati da Gaza hanno centrato nel Negev il villaggio beduino di Kseifeh. Lo ha detto alla televisione pubblica Kan il sindaco di quella località, secondo cui finora si ha notizia di quattro morti. Gli abitanti, ha aggiunto, non dispongono di rifugi in cui proteggersi durante attacchi di razzi.
Mohammed Deif, capo dell’ala militare di Hamas, ha precisato che l’operazione ‘Alluvione al-Aqsa’ rappresenta una reazione “alla profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme” e al costante rifiuto da parte di Israele di “liberare i nostri prigionieri”. Ha affermato che i miliziani hanno avuto ordine di “non uccidere donne e bambini”. Ha anche fatto appello a tutti i palestinesi di unirsi alla lotta armata. “Il nemico – ha detto – è più debole di quanto non si pensi”. Questo testo è stato diffuso sul web da Hamas che, come in passato, ha mostrato solo un profilo oscurato del volto di Deif.
L’esercito israeliano ha dichiarato “lo stato di allerta di guerra”. Lo ha scritto il portavoce militare, ricordando che “l’organizzazione terroristica di Hamas ha cominciato un massiccio di tiro di razzi verso il territorio israeliano e in diversi luoghi”. Israele ha deciso il richiamo dei riservisti.
Attacco a sorpresa da Gaza su Israele, con nutriti lanci di razzi in parte intercettati dalle batterie di difesa israeliane Iron Dome.