Le piogge cadute nelle ultime ore in Sardegna hanno solo attenuato la sofferenza idrica di alcune zone dell’Isola, denuncia la Coldiretti.
“E’ necessario dichiarare lo stato di calamità naturale in quelle zone che stanno soffrendo maggiormente il problema siccità che sta portando a ripercussioni anche sul sistema agropastorale isolano con rischi sul sistema irriguo dei prossimi mesi – sottolinea il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – ma bisogna al contempo anche andare oltre e fare in modo che questi cambiamenti climatici possano essere affrontati nel migliore dei modi dalle nostre comunità locali”.
Il 2023 si è classificato ufficialmente come l’anno più bollente mai registrato prima in Sardegna e in Italia con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020.
In base a una analisi della Coldiretti Sardegna sul Monitoraggio siccità dell’Arpa Sardegna, emerge che nell’ultimo semestre 2023 (luglio-dicembre) la situazione di sofferenza è stata a macchia di leopardo con picchi di difficoltà sulle piogge vissute in tutta la costa orientale della Sardegna. I problemi maggiori sono stati registrati nel Sarrabus (da 64 a 100 millimetri di piogge cadute nel periodo di riferimento) e in Ogliastra e Sulcis (tra 81 a 140 millimetri di precipitazioni). Il tutto aggravato da anomalie sulle precipitazioni che hanno portato, sempre nel semestre di riferimento, a un calo di piogge attestate tra 239 e 320 millimetri in meno su queste zone (Sarrabus-Gerrei con il picco rilevato alla stazione di Escalaplano e Ogliastra sino a Baunei e Urzulei anche se nelle prime settimane del 2024 il picco di calo è stato rilevato a Siniscola). Reggono le zone montane del Gennargentu.
Ma l’anno più caldo di sempre è stato accompagnato anche in Italia da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore, freddo con gelate improvvise e tempeste di vento con pesanti effetti anche sull’attività economiche a partire dall’agricoltura – sottolinea Coldiretti – tanto che in Italia il 2023 ha fatto registrare una annata nera con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 20% della produzione di vino mentre il calo per la frutta arriva al 30% per le pesche e al 63% per le pere ma ad essere praticamente dimezzato è anche il raccolto di miele con le api che sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell’ambiente.