Simboli che uniscono e dividono!

L'opinione di Mimmo Di Caterino

Quello linguistico dell’arte è un antropocosmo, dove riconosciamo i simboli sensorialmente, intellettivamente e intuitivamente, perché sono biologicamente innati, soltanto risvegliati attraverso cultura e consapevolezza.

Il fatto insindacabile è che non c’è fatto naturale o fenomeno che non si possa tradurre in simbolo, lo sa bene chi attraverso i simboli veicola il consumo di prodotti futili e inutili.

Il simbolo è un mezzo concreto di riconoscimento, che necessita di una controparte che per convenzione diciamo essere astratta, il media con cui si rappresenta è la forma, a tal proposito c’è stato un momento della mia ricerca, dove pensavo di ricostruire cognitivamente la percezione di uomini che leggevano la realtà per forme senza nome, l’attimo prima dell’astrazione, mi pareva (e mi pare ancora), il momento più puro e forte della biologia dell’arte nell’umano, proprio perché anche quando si cattura il simbolo non si può descrivere, lo si vive.
Il valore del simbolo è proprio nella sua virtualità, evoca una controparte astratta che lo rende concreto: sole, pizza, sfogliatelle, pulcinella, Vesuvio, Maradona e presepi, evocano il Genius loci di Napoli, ma non avranno mai, presi singolarmente la sua forza simbolica collettiva e connettiva.

La concettualizzazione del simbolo non è mai astratta, muove sempre da qualcosa di concreto, perché questo determina il recinto del significato, se questo non ci fosse quale sarebbe la sua forza intuitiva, dal momento che l’intuizione muove dal vivere la conoscenza?

La simbologia ieratica è scrittura, ma non è lingua, è reale linguaggio, perché solo il simbolo senza astrazione pregressa, ci muove verso la conoscenza innata.

Adesso, traslo il discorso in una realtà e una città metropolitana come Cagliari, un capoluogo di Regione, da sempre privo d’Alta Formazione Artistica, ossia del luogo dove si studiano, formano ed elaborano i simboli tra studio, ricerca e pratica:
quanto è simbolica l’assenza dell’Alta Formazione Artistica?
Quanto si è servi dei simboli, se non si comprende la loro forza e il loro vero significato?
Facilissimo farsi fuorviare dai simboli, un esempio?

Sulla maglia nera di Zelensky, con la quale incontra i nostri giornalisti e leader politici, non campeggia infatti il tridente ucraino (tryzub), c’è una spada, che caratterizza il simbolo dei filonazisti antisemiti dell’Organizzazione nazionalisti Ucraini: un simbolo non vale un altro, i simboli vanno studiati maneggiati, condivisi e sostenuti con cura, un simbolo è un valore culturale da comprendere.

Adesso, seguitemi con attenzione: un tempo esisteva una cosa chiamata sinistra sociale, che mediaticamente evoca a ogni angolo di strada la deriva fascista…, capite a cosa serve l’Alta Formazione Artistica?

 

Di Mimmo Di Caterino

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