L’intero progetto di rilancio del sito di Portovesme dell’azienda Sider Alloys (ex Alcoa) resta fermo nonostante “importanti finanziamenti pubblici già erogati e quelli ulteriormente richiesti”, “per la mancanza di container, che conterrebbero parte di attrezzature per il revamping degli impianti del costo di poco superiore ad un milione di dollari”.
Lo affermano in una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali.
Per i sindacati “quanto accaduto oggi al Mimit durante l’incontro tra organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, azienda SiderAlloys, Invitalia e ministero delle Imprese e del Made in Italy “assume dei contorni per noi assolutamente ingiustificabili”. Le sigle ricordano che l’investimento complessivo “stimato” per il rilancio dell’ex Alcoa potrebbe superare i 200 milioni di euro. “Ad oggi – spiegano – la situazione è addirittura peggiorata con la fermata della fonderia che ha esaurito il materiale da poter rifondere e con le ditte in appalto che non terminano i lavori per mancati pagamenti”. “La Ditta” in occasione dell’incontro al Mimit, ha solamente espresso la necessità di ricevere entro i prossimi due mesi – pena la messa in Cassa integrazione dei lavoratori – i finanziamenti richiesti.
I rappresentanti del ministero hanno chiesto che tutti i soggetti coinvolti, a partire dall’amministratore delegato di SiderAlloys, siano presenti fisicamente al tavolo al prossimo incontro fissato per il 7 marzo, per far luce su una vicenda “che assume tinte secondo noi sempre più confuse, vista l’inaffidabilità, fino ad ora dimostrata, da parte della proprietà”. Unitariamente come Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali “respingiamo l’eventuale richiesta di Cassa integrazione ‘comunicata preventivamente’ dall’azienda nei giorni scorsi e chiediamo al Ministero una svolta industriale vera”. Le sigle sindacali infine valuteranno “ulteriori iniziative di lotta da mettere in campo”.