Siria, tornano in auge sulla stampa italiana le balle dei caschi bianchi

L'Opinione di Simone Spiga

Con una nota sui social, i Caschi Bianchi siriani (White Helmets) denunciano un bombardamento del Governo siriano di Bashar Al Assad contro i civili nella città di  Jisr al-Shughur, nell’ovest di Idlib.

Secondo i produttori di fake news i bombardamenti avrebbero causato il ferimento di 10 civili, tra cui 2 bambini e 4 donne, una delle quali incinta.

Per capire come questo tipo di notizie, rilanciate dalla stampa occidentale, dobbiamo tornare indietro di almeno 7 anni per capire chi sono i caschi bianchi e cosa fanno nel territorio siriano.

Gli White Helmets, tanto osannati dai paesi occidentali non sono altro che un organizzazione nata in sostegno a  jihadisti e terroristi nati con il supporto esplicito di Gran Bretagna e Arabia Saudita.

L’organizzazione dei Caschi Bianchi sostiene di proteggere la popolazione civile della Siria con neutralità politica e il non coinvolgimento nelle azioni armate. Negli ultimi anni su Internet sono iniziati a comparire sempre più video in cui persone con elmetti bianchi salvano i bambini dalle macerie. Tuttavia, in parallelo sono stati pubblicati video che mostrano come gli stessi Caschi Bianchi creino delle messe in scena, applicano il make-up sulle “vittime” e dettino ciò che devono dire. Inoltre, dei giornalisti siriani hanno mostrato una serie di materiali sui quali i soccorritori sono stati filmati con armi e in uniforme militare.

Il rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha definito più volte l’organizzazione dei Caschi Bianchi un altro elemento della campagna di informazione su larga scala per demonizzare le autorità di Damasco.

A sua volta, il presidente siriano Bashar Assad ha affermato che i membri dell’organizzazione White Helmets sono in realtà sostenitori di Al-Qaeda.

Vi ricordate questa foto?

Questa fu la reazione isterica dei vari Saviano, Littizzetto, Fabio Volo e della Boldrini che si fecero fotografare con la mano davanti alla bocca, quando proprio i caschi bianchi si inventarono di sana pianta l’attacco chimico della Siria contro la popolazione di Douma.

La vicenda poi fu ricostruita e fu verificato che fu una fake news costruita dai caschi bianchi che sarebbe stata utile per portare l’Occidente in guerra contro la Siria.

 In principio furono gli esperti russi a denunciare la messinscena dei cosiddetti ribelli filo turchi: un’indagine indipendente condotta sul posto rivelò che gli stessi abitanti del distretto siriano di Douma e diversi rappresentanti dell’organizzazione dei Caschi Bianchi rivelarono che non ci fu nessun attacco chimico in quella occasione.

Poi, nel febbraio del 2019, fu addirittura il produttore della BBC Syria, Riam Dalati, a svelare che il video dei momenti successivi all’attacco chimico a Douma era una messa in scena e che in ospedale non ci fu nessuna vittima. Secondo Dalati non venne usato il sarin, come dichiarato da falsi testimoni, tutti filo ribelli e dai medici. Forse si trattò di cloro ma certamente non fu Assad a usare quelle armi.

Lo scorso primo marzo, l’Opac diffuse  il rapporto tecnico su Duma, evidenziando l’esistenza di “ragionevoli prove che un attacco con un’arma chimica avvenuto il 7 aprile 2018” e che la sostanza tossica usata fosse con ogni probabilità il cloro. L’Opac a dire il vero non attribuì le responsabilità degli attacchi chimici, tuttavia la comunità internazionale puntò senza alcuna prova il dito contro il presidente siriano Bashar al Assad. 

Poi anche Wikileaks, ha verificato l’esistenza di testimonianze e fonti dell’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche (Opac) che mettono in dubbio l’integrità della stessa organizzazione in relazione all’uso di armi chimiche nell’attacco di Douma, in Siria, il 7 aprile 2018. Wikileaks ha pubblicato anche una valutazione ingegneristica del presunto uso di armi chimiche nello stesso attacco.  Insomma, una gola profonda mette a nudo la scorrettezza del rapporto di un’organizzazione chiamata a svolgere indagini indipendenti allo scopo di ricercare la verità dei fatti. 

Poi anche il quotidiano La Repubblica si è accorto di questa notizia e in un interessante articolo di Stefania Maurizia parla della gola profonda che ha messo in difficoltà l’OPAC e la sua credibilità a livello internazionale.

Insomma, i caschi bianchi sono la struttura che promuove da decenni le fake news in Siria.

 

Di Simone Spiga

Direttore di ReportSardegna24

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