I sindacati e i 19 lavoratori del progetto Aria che hanno recentrmente distillato con successo il primo argon nell’impianto prototipo del progetto Aria di Carbosulcis nella miniera di Seruci sono tornati nuovamente in piazza per sollecitare la firma del governatore Solinas sul protocollo che rinnova i contratti in scadenza e prolunga la ricerca nel sottosuolo del Sulcis.
Già una settimana fa avevano inscenato un presidio davanti a Villa Devoto e avevano avuto rassicurazioni sulla prosecuzione del progetto, ma ad oggi non è stata sottoscritta l’intesa e dall’1 luglio i 19 lavoratori saranno a casa.
Da qui la decisione di intraprender una nuova protesta che, in assenza di risposte, proseguirà a oltranza davanti alla sede di rappresentanza della presidenza della Giunta.
“Dopo una settimana siamo con un nulla di fatto, Il presidente aveva preannunciato il suo interessamento ma dalle parole non si è passati ai fatti e ora i lavoratori rischiano di restare senza un contratto e il progetto di fermarsi – sostiene Emanuele Madeddu della Filctem Cgil del Sulcis – attendiamo di essere convocati ma senza una soluzione da qui non ce ne andiamo”.
Per Vincenzo Lai della Femca-CisL “il presidio di oggi è la continuazione di quello di una settimana fa: avevamo preso un impegno per incontrarci in questi giorni ma è stato disatteso e da dopodomani i lavoratori saranno tutti a casa, Siamo qui per rivendicare questa firma e sollecitare un’ accelerata dentro la Regione: non ce ne andiamo senza una risposta”.
“La vicenda è kafkiana: siamo di fronte a una convenzione firmata con l’Infn a febbraio, delibere già approvate e uno stanziamento di 3 milioni in Finanziaria, manca solo la firma del presidente osserva Pierluigi Loi della Uiltec-UIL – abbiamo notizia che il Centro regionale di programmazione abbia inviato la relazione di copertura dal punto di vista amministrativo, ma ancora questa firma non arriva”.