Con lo scoccare del termine dei vari campionati calcistici, ne mondo del pallone fioccano le trattative tra i vari Club per accaparrarsi i piedi migliori in circolazione, ma gli “arti” dorati non sono la sola peculiarità che interessa gli investitori nostrani.
La caratteristica più accattivante e determinate per l’acquisto dei giocatori da portare nelle squadre italiane pare essere dettata dai vincoli dati dagli sgravi fiscali fruibili dai compratori in casi specifici in cui avviane un trasferimento in Italia di lavoratori che per un determinato periodo hanno svolto la loro occupazione all’estero. A partire dal gennaio 2017 con l’entrata in vigore della legge 24 bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi l’ Italia agevola in termini fiscali una nuova residenza nella Penisola, e permette a tutte le persone con alto reddito che vi si trasferiscono ed agli italiani che hanno trascorso perlomeno 9 anni sugli ultimi 10 all’estero, di applicare una tassa fissa di 100mila euro di tutti i proventi da fonte estera per un limite massimo di 15 anni.
Come se non fosse sufficiente, sempre per facilitare il rientro nel bel Paese dei “cervelli in Fuga” ( quando si pensa al calcio il cervello non è proprio la prima cosa a cui si pensa, ma… ndr) esiste anche l’ art. 34 del Decreto Crescita emanato il 30 aprile 2019 che restringe ampiamente i termini del periodo trascorso fuori dai confini nostrani e vale per gli stranieri o gli italiani fuori da quanto meno due anni.
La norma prevede che la base imponibile del reddito non venga tassato con un margine che oscilla tra il 70% e il 90%. Per quanto concerne i calciatori: ai fini del calcolo Irpef, non viene considerato il 50% dell’imponibile, cui si dovrà aggiungere un contributo “dello sport” dello 0,5%, da destinarsi al rafforzamento dei settori giovanili. Una misura che consentirà alle società di risparmiare sulle tasse e ai giocatori di trovarsi un ingaggio nettamente più elevato, visto l’evidente risparmio che la società si ritrova così sul lordo.
Misure di tale genere favoriscono di certo le Società calcistiche, ma cosa comportano per i comuni cittadini? Sulla società comune qual è il margine di crescita effettivo che le suddette norme possono apportare?