Le detenute del carcere di Uta diventano scrittrici. E in dodici racconti parlano delle loro sofferenze.
Ma anche della loro determinazione e della voglia di riscatto. “Oltre” è il titolo della raccolta: un lavoro nato nell’ambito di un progetto di scrittura creativa durato circa un anno. Un libro, ma anche un murale realizzato nella sezione femminile della casa circondariale di Cagliari-Uta: sono i risultati della collaborazione tra l’associazione Socialismo Diritti Riforme, la casa editrice Pettirosso e il festival Liberevento.
Le finalità dell’iniziativa editoriale sono state illustrate in una conferenza stampa da alcune detenute che hanno lavorato al progetto. Presenti anche Marco Porcu, direttore della casa circondariale, e Giuseppina Pani, responsabile dell’area educativa. “È stata un’esperienza particolarmente coinvolgente – ha affermato Daniela a nome della autrici detenute – che ci ha permesso di riflettere e ripercorrere momenti della nostra vita.
Un momento di creatività e di pensieri positivi”.
Soddisfatto il direttore del carcere: “Il volontariato ha un ruolo fondamentale nel funzionamento delle istituzioni penitenziarie. Le associazioni che a vario titolo operano all’interno del carcere, compreso quello di Uta, contribuiscono in maniera determinante a realizzare quelle attività trattamentali su cui si basa la costruzione dei percorsi di risocializzazione dei detenuti, secondo il principio contenuto nella nostra Costituzione”.
Si tratta di un’opera che racconta bene stati d’animo e speranze: “In questi drammatici racconti, le donne – ha sottolineato Pani – esprimono sofferenze profonde, ma anche grande coraggio e voglia di riscatto. Chiedono comprensione, non commiserazione, considerazione e non pregiudizio, accoglienza e rispetto, non giudizio”.