“La Regione Sardegna oggi è tra le Regioni italiane che spendono di più nelle politiche sociali, ma non lo sta facendo nel migliore dei modi e lo abbiamo visto soprattutto in quest’ultima legislatura.
Invece dobbiamo tornare ad avere a cuore la possibilità di dare un futuro a quelle persone che pensano di non averlo più: queste per me sono le politiche sociali”.
Lo ha detto ieri sera a Oristano il candidato della Coalizione sarda alla presidenza della Regione Renato Soru, chiudendo l’incontro “Politiche sociali e diritti di cittadinanza”.
“Sono cambiati i bisogni – ha sottolineato Soru – per esempio la popolazione è invecchiata, anche perché le cure mediche sono migliorate e abbiamo molti anziani che spesso non hanno la fortuna di arrivare all’età avanzata in condizioni ottimali di salute o autosufficienti. C’è un mondo non solo di patologie, ma anche di necessità e nuovi problemi come la solitudine, le difficoltà psicologiche, la violenza o lo stalking di cui qualcuno deve prendersi cura”.
“Le politiche sociosanitarie vanno programmate localmente sulla base dei bisogni analizzati su misura e della collaborazione tra il sistema regionale e quello delle autonomie locali, come i Comuni, e attraverso il coinvolgimento sul campo del terzo settore. Sembra una cosa complessa, ma invece una cosa naturale di sussidiarietà: verticale ed orizzontale al servizio dei bisogni dei singoli e delle loro famiglie”.
Sulla scuola, l’ex governatore sardo ed ex esponente del Pd ha osservato: “l’abbandono scolastico non è solo abbandono scolastico: la dispersione scolastica è dispersione sociale. La scuola è importante perché non è solamente il momento dell’istruzione per un lavoro, ma è soprattutto il momento di crescita culturale, di comprensione di se stessi, delle proprie potenzialità, del proprio talento, delle proprie passioni ma anche del proprio ruolo in una comunità”.