Sorveglianza digitale l’allarme di Matteo Renzi sui giornalisti

Il 31 maggio 2023, con un editoriale pubblicato sul Riformista, giornale del quale ora è direttore editoriale, il senatore Matteo Renzi ha sollevato il problema delle intercettazioni dei giornalisti in Italia effettuato senza autorizzazioni della magistratura.

L’allarme di Matteo Renzi ha il merito di accendere un faro anche su un grave problema ancora più ampio, finora ignorato in Italia: quello noto col nome di “sorveglianza digitale”, già segnalato da tempo in altri paesi e già oggetto di preoccupata attenzione da parte dell’ONU, di altre agenzie internazionali e delle associazioni impegnate nella difesa della libertà di stampa e sulle questioni che riguardano la sicurezza e la protezione dei giornalisti e del giornalismo.

E’ un problema grave e attuale perché, ha fatto notare l’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti umani, “la sorveglianza digitale dei giornalisti è in aumento e l’uso di spyware ha già portato all’arresto, all’intimidazione e persino all’uccisione di giornalisti. L’Alto commissariato ha offerto la testimonianza di un giornalista ungherese e di un altro del Salvador.

L’ALLARME DI MATTEO RENZI. – Il leader di Italia Viva ha preso spunto dal libro “I potenti al tempo di Giorgia”, scritto da Luigi Bisignani con Paolo Madron, nel quale gli autori affermano che con il governo guidato da Giorgia Meloni le maglie delle intercettazioni si sarebbero allargate fino a comprendere giornalisti e direttori di giornali.

Matteo Renzi scrive sul Riformista (leggi qui): “C’è bisogno che il Copasir chiarisca la vicenda in seduta segreta ribadendo in modo netto e chiaro che le intercettazioni preventive non possono mai e poi mai toccare i giornalisti, specie se direttori, commentatori o direttori di inchiesta, e i parlamentari. Chiediamo alla Premier di smentire con forza il libro di Bisignani dissipando ogni dubbio sulle intercettazioni preventive. Perché ne va della credibilità delle istituzioni”.

IL GOVERNO – Raggiunto da Fanpage, il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Alfredo Mantovano ha commentato: “Saranno fornite tutte le risposte necessarie”.

IL PROBLEMA – L’allarme lanciato dal senatore Matteo Renzi deve ora essere approfondito e verificato, si auspica con la massima trasparenza possibile, perché la sorveglianza messa in atto dai Governi sui giornalisti danneggia sia i giornalisti che le loro fonti, le persone che i cronisti contattano per raccogliere informazioni. La legge italiana riconosce ai giornalisti il diritto di mantenere segreta l’identità delle loro fonti fiduciarie, cioè di coloro che accettano di fornire informazioni a condizione che il loro nome non sia reso noto. Il rispetto di questo diritto alla segretezza è in tutto il mondo un elemento essenziale del giornalismo di cronaca e di inchiesta.

Negli ultimi anni alcuni scandali hanno mostrato con i fatti che il vizietto di violare questo diritto è diffuso anche tra i Governi europei, che lo fanno mettendo sotto controllo a loro insaputa i telefoni dei giornalisti, in particolare di quelli scomodi, e utilizzando nuovi strumenti invasivi di spionaggio digitale che permettono di ascoltare le telefonate e di leggere la corrispondenza via internet.

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