La Corte d’appello di Sassari ha confermato oggi le condanne di primo grado per la famiglia Carta (marito, moglie, figlio e nuora), che dalla loro casa nel quartiere San Donato gestiva lo spaccio di droga al centro storico di Sassari.
I giudici hanno concesso lievi sconti di pena solo a due dei sette imputati finiti a processo al termine dell’operazione dei carabinieri ribattezzata “Casa di Carta”.
La Corte, accogliendo le richieste del procuratore generale Paolo De Falco, ha confermato le condanne inflitte ad Angelo Carta (8 anni e 2 mesi), alla moglie Albertina Sechi (5 anni e 7 mesi), al figlio Cristian Carta (9 anni e 10 mesi) e a Stefania Ruggiu, moglie di Cristian (7 anni e 4 mesi), tutti difesi dall’avvocato Paolo Spano.
Confermata anche la condanna a 2 anni e 2 mesi per Gianluca Caggiari, difeso dall’avvocato Massimiliano Tore.
Ad altri due imputati sono state riconosciute delle attenuanti e su richiesta dello stesso pg è stata ridotta la pena: per Andrea Nurra (difeso da Massimiliano Tore), condannato in primo grado a 10 anni di carcere, la Corte d’appello ha inflitto 8 anni e 1 mese; sconto di pena anche per Giuseppe Salaris, difeso da Vittorio Campus, condannato a 3 anni.
La banda, capeggiata da Angelo e Cristian Carta, è stata ritenuta responsabile di circa 350 episodi di spaccio di droga, documentati dalle intercettazioni video, audio e telefoniche dei carabinieri che per 3 mesi avevano registrato ogni movimento del clan che operava con base nell’appartamento dei Carta. Dal cuore del centro storico di Sassari gli imputati gestivano un mercato della droga che fruttava loro 15 mila euro il mese.