Ironia e leggerezza ma anche pathos e suspense per la Stagione 2024-2025 di Prosa – Danza – Circo Contemporaneo al Teatro “Tonio Dei” di Lanusei organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Comune di Lanusei e della Comunità Montana Ogliastra, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Dieci titoli in cartellone da dicembre ad aprile con i nomi di punta della scena – da Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia a Lucrezia Lante della Rovere, Daniele Pecci, Amanda Sandrelli e Gigio Alberti, Veronica Pivetti accanto alla burattinaia Donatella Pau de Is Mascareddas (Premio Speciale Ubu 2023) e agli irresistibili Jashgawronsky Brothers, la Compagnia Artemis Danza diretta da Monica Casadei e il pluripremiato coreografo Piergiorgio Milano.
«Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con una rassegna di grande spessore, un calendario che rappresenta una grande opportunità per l’intero territorio ogliastrino» – sottolinea Maria Tegas, sindaca di Lanusei – «l’Amministrazione Comunale è orgogliosa di offrire eventi di cultura in linea con gli obiettivi preposti».
«Il Comune di Lanusei» – ricorda la direttrice artistica del CeDAC Valeria Ciabattoni – «aderisce al Circuito da oltre trent’anni. Edizione dopo edizione, abbiamo costruito un solido rapporto con la comunità e grazie alla concertazione con gli Amministratori abbiamo consolidato e integrato, in maniera graduale, la programmazione».
Una programmazione interessante e variegata che spazia dai grandi classici come “Il Tartufo” di Molière con la regia di Domenico Ammendola ai testi contemporanei – da “Vicini di Casa” di Cesc Gay e “Non si fa così” di Audrey Schebat a “Le Volpi” di Lucia Franchi e Luca Ricci / CapoTrave, “Divagazioni e Delizie” di John Gay e “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, accanto all’incantevole “Sig.ra Rossetta” di Anna Fascendini e Donatella Pau e “ToyBoys”, coinvolgente divertissement musicale targato Jashgawronsky Brothers. Omaggio al grande regista romagnolo con “Il Circo di Fellini” di Monica Casadei per Artemis Danza mentre Piergiorgio Milano firma “White Out”, una suggestiva coreografia ispirata alla passione per la montagna.
Il sipario su apre su “ToyBoys”, un singolare concerto con i giocattoli degli Jashgawronsky Brothers, poi la danza con i colorati personaggi de “Il Circo di Fellini” e le musiche di Nino Rota, mentre “Vicini di Casa” dalla commedia “Sentimental” di Cesc Gay, nell’interpretazione di Gigio Alberti e Amanda Sandrelli con Alessandra Acciai e Alberto Giusta propone un malizioso gioco delle coppie per una riflessione sull’amore, fra tenerezza e passione. Un affresco del Belpaese tra storie di ordinaria corruzione ne “Le Volpi” di CapoTrave, uno spettacolo di Lucia Franchi e Luca Ricci (sua la regia) con Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia in scena con Federica Ombrato, poi “Il Tartufo” di Molière in un allestimento dal taglio tragicomico e vivace, che mette in risalto vizi e (rare) virtù in uno spietato affresco di varia umanità.
Il fascino della Belle Epoque per Daniele Pecci nei panni di Oscar Wilde in “Divagazioni e Delizie” di John Gay, un monologo ironico e struggente tra strali satirici e note autobiografiche, mentre l’amicizia, ma anche il rischio e la fiducia sono i temi centrali di “White Out / La conquista dell’inutile” di e con Piergiorgio Milano, in scena con Javier Varela Carrera e Luca Torrenzieri, tra danza contemporanea e nouveau cirque. Focus sulle incomprensioni e i dilemmi della vita di coppia con “Non si fa così” di Audrey Schebat, con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace per la regia di Francesco Zecca, mentre un’istrionica Veronica Pivetti, nei panni di una novella Mary Shelley, porta in scena “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, che trae spunto dal celebre (e velenoso) saggio di Paul Julius Moebius per raccontare storie di eroine in nero, come Agrippina e la saponificatrice Leonarda Cianciulli, tra teorie lombrosiane, esperimenti pseudoscientifici e canzoni, fino a svelare che l’unico, vero, orrorifico Frankenstein della storia moderna è la donna. Infine una inedita rilettura della fiaba di Cappuccetto Rosso, con “Sig.ra Rossetta” de Is Mascareddas, dove Donatella Pau interpreta nella Terra dei Centenari una donna misteriosa, ormai avanti negli anni, perduta tra i suoi ricordi, tra realtà e invenzione, in un racconto per quadri ricco di poesia.
La Stagione 2024-2025 del CeDAC a Lanusei punta i riflettori sulle novità più significative del panorama nazionale e internazionale per affrontare temi complessi e attuali, tra un duplice omaggio a Oscar Wilde e Federico Fellini, intriganti e provocatorie indagini sull’eros e sulla vita di coppia, una riflessione sul malcostume italico e sul familismo amorale e la condanna del perbenismo e dell’ipocrisia, ma anche la cronaca di un’avventurosa arrampicata alla conquista delle vette, un insolito e divertente “saggio” musicale, una riscoperta del valore simbolico delle fiabe e un sorprendente viaggio nell’universo femminile al di là del bene e del male.
IL CARTELLONE
Inizio con brio – martedì 17 dicembre alle 21 – con gli scatenati Jashgawronsky Brothers, in scena con “ToyBoys”, speciale saggio di fine anno di una Scuola di Musica in cui gli allievi si cimentano con un vastissimo repertorio, dai capolavori dei grandi maestri alle canzoni dei Beatles… suonando con dei giocattoli. Tra classici e virtuosistici accenti e melodie pop, gli affiatati Brother Pavel (alias Paolo Rozzi), Brother Richard (Riccardo Pinato), Brother Francis (Francesco Cigana) e Brother Thomas (Tommaso Piron) daranno vita a un concerto-spettacolo che intreccia le arti circensi, tra giocoleria e acrobazie sommate alla comicità irresistibile dei clowns e la musica, in un susseguirsi di invenzioni e gags. Riflettori puntati sugli irresistibili Jashgawronsky Brothers, reduci da tournées internazionali oltre alle apparizioni sulla ribalta televisiva, da Zelig a Il Circo di Raitre, Music Quiz e Italia’s Got Talent e alla partecipazione a festival e rassegne, che propongono una inedita performance con «topolini parlanti, fattorie sonore, sonagli, trombette, bamboline, pupazzi, ukulele, flautini, chitarrine e tastierine… Immaginate i Beatles alla scuola elementare o i Queen all’asilo dopo aver svaligiato un negozio di giocattoli!».
Viaggio nell’immaginario del grande regista riminese – domenica 12 gennaio alle 21 – con “Il Circo di Fellini” della Compagnia Artemis Danza, con ideazione, coreografia, regia, scene e luci di Monica Casadei, musiche di Nino Rota e costumi di Daniela Usai (assistenti alla produzione Mattia Molini e Michelle Atoe), voice over a cura di Francesco Marchi, sartoria Elena Nunziata (produzione Compagnia Artemis Danza). Un omaggio al genio di Federico Fellini (1920-1993), uno dei maestri del cinema italiano con il visionario spettacolo dedicato al mondo del circo, tra acrobati e clowns, in un’esplosione di colori e suoni dove ogni spettatore «ritornando un po’ bambino e recuperando quelle emozioni così vere e sincere che solo l’infanzia può regalare, viene trasportato in una dimensione nuova… in un’atmosfera piena di poesia e sentimento». Un fantastico e sorprendente racconto per quadri ispirato alle opere dell’autore di capolavori come “La dolce vita”, “Casanova” e “Satyricon”, “Ginger e Fred” e specialmente “La strada” e “Amarcord”: “Il Circo di Fellini” riscopre il fascino della vita sotto il tendone e insieme la magia di “numeri” capaci di incantare grandi e piccini, come in un sogno a occhi aperti.
Variazioni sul tema dell’amore nel terzo millennio – venerdì 24 gennaio alle 21 – con “Vicini di Casa”, versione italiana di “Sentimental” di Cesc Gay, una scoppiettante e coinvolgente commedia, traduzione e adattamento di Pino Tierno, nell’interpretazione di Alessandra Acciai, Gigio Alberti, Alberto Giusta e Amanda Sandrelli, con scene di Roberto Crea, costumi di Francesca Marsella, disegno luci di Aldo Mantovani, per la regia di Antonio Zavatteri (co-produzione Nidodiragno / CMC – Cardellino srl – Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi). La pièce descrive l’incontro tra Anna e Giulio, la cui relazione dopo anni di convivenza e una figlia, sembra attraversare una profonda crisi e i loro vicini, Laura e Toni, la cui storia appare al culmine della passione più infuocata: un innocuo aperitivo si trasforma in una confessione, la spregiudicatezza degli ospiti sembra contagiare i padroni di cara e una volta iniziato il gioco si fa sempre più ardito e pericoloso. Il fragile equilibrio fondato sull’abitudine e sulla tenerezza sembra destinato a infrangersi, mentre emergono amarezze e frustrazioni, nodi irrisolti e desideri inespressi: “Los vecinos de arriba” è «una commedia, libera e provocatoria, che indaga con divertita leggerezza inibizioni e ipocrisie del nostro tempo».
Un vivido affresco della società – sabato 1 febbraio alle 21 – con “Le Volpi”, uno spettacolo di CapoTrave, ideato e scritto da Lucia Franchi e Luca Ricci (che firma anche la regia) e interpretato da Giorgio Colangeli, volto noto del grande e del piccolo schermo (Nastro d’Argento per “La cena” di Ettore Scola e David di Donatello per “L’aria salata” di Alessandro Angelini) e Manuela Mandracchia, una delle attrici più interessanti della scena contemporanea, diretta da registi come Luca Ronconi e Massimo Castri (Premio Ubu per “Amor nello specchio”) con la giovane e talentuosa Federica Ombrato (produzione Infinito). In un pomeriggio d’estate, l’incontro tra due figure di spicco della politica locale cui partecipa anche la figlia di una di loro, si trasforma in una riunione in cui elaborare progetti e strategie a breve e lungo termine. In un’atmosfera informale, davanti a un vassoio di biscotti all’ora del caffè «si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi», si ragiona su favori e concessioni, in uno spaccato della provincia italiana che riflette in piccolo la corruzione, il “familismo amorale”, gli intrighi e i giochi di potere della capitale e delle grandi città del Belpaese.
Un vivace affresco della società – domenica 16 febbraio alle 21 – con “Il Tartufo” di Molière, con Andrea Avanzi, Valentina Donatti, Carlotta Ghizzoni, Fabrizio Croci, Matteo Baschieri, Marco Santachiara e Chiara Baccarini, musiche originali di Patrizio Maria D’Artista, costumi e sartoria a cura di Marco Guyon – La Bottega del Teatro, scene di NoveTeatro, per la regia di Domenico Ammendola (produzione NoveTeatro). La commedia ruota intorno a un impostore che fingendosi uomo pio e devoto, di nobili principi e specchiata virtù si insinua nella casa di Orgone, il quale gli concede perfino la mano della figlia, ignorando i desideri e a volontà della fanciulla e per non contrariarlo scaccia pure il figlio fuori di casa. L’infido incantatore sembra destinato a trionfare, ma si trova a fare i conti con gli altri membri della famiglia, a cominciare da Elmira, moglie di Orgone, che respinge le sue avances e ne smaschera l’ipocrisia. «Abbiamo voluto esaltare il taglio satirico e di denuncia con cui l’autore descrive i protagonisti borghesi della commedia» – sottolinea il regista –. «Una continua rincorsa alle futili necessità, al mero possedimento di oggetti… allo scopo di apparire sempre e comunque di più di quello che si è e che si potrebbe».
Un inedito ritratto di Oscar Wilde – venerdì 21 febbraio alle 21 – con “Divagazioni e Delizie” di John Gay, uno spettacolo diretto e interpretato da Daniele Pecci (sua anche la traduzione del testo), con i costumi di Alessandro Lai e le musiche originali di Patrizio Maria D’Artista, foto di scena di Tommaso Le Pera, regista assistente Raffaele Latagliata (produzione TSA / Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Shakespeare & Co e Teatro Maria Caniglia – distribuzione PigrecoDelta). Una pièce raffinata ispirata alla vita e alle opere del celebre poeta, scrittore e drammaturgo irlandese, che si racconta in un gioco di citazioni e rimandi dai suoi romanzi e racconti, commedie, saggi e lettere, senza dimenticare i folgoranti aforismi, nel corso di una ipotetica conferenza in cui l’artista, ormai esule e povero dopo i processi e la condanna, dà spettacolo di sé «presentandosi al pubblico parigino come il ‘mostro’, ‘lo scandalo vivente’». Una sottile vena di malinconia affiora nel monologo, altrimenti satirico e brillante, specialmente quando nel ripercorre la sua esistenza il protagonista «attinge a piene mani dal quel doloroso e terribile atto d’accusa che è il ‘De Profundis’», tra amarezza e rimpianto.
La sfida delle vette, tra la vertigine dell’altezza e il candore della neve – domenica 16 marzo alle 21 con “White Out / La conquista dell’inutile”, una creazione del pluripremiato coreografo Piergiorgio Milano, uno dei più interessanti talenti della danza italiana contemporanea, in scena con Javier Varela Carrera e Luca Torrenzieri, con disegno luci di Bruno Teusch e sound design di Federico Dal Pozzo, costumi di Raphaël Lamy, Simona Randazzo e Piergiorgio Milano (che cura anche scenografia e soundtrack) per «un omaggio a tutti gli alpinisti che sono scomparsi o hanno rischiato di scomparire nel bianco senza fine» (produzione Compagnia Piergiorgio Milano). “White Out” – con un titolo che rimanda a una situazione estrema, quando immersi in un bianco accecante, si perde la direzione, quasi al confine tra la vita e la morte – è «un viaggio ironico e drammatico, divertente e coinvolgente, non solo attraverso il paesaggio naturale evocato sul palco, ma attraverso l’interiorità umana stessa». Un avvincente racconto per quadri ricco di pathos, in cui tra flashback e immagini simboliche si affrontano temi come l’amicizia, il rischio e la fiducia, nel ripercorrere i momenti cruciali di una tragedia di montagna «seguendo l’evoluzione di una piccola comunità di alpinisti nel loro cammino iniziatico».
Una moderna riflessione sull’amore e sulla vita di coppia – sabato 29 marzo alle 21 – con “Non si fa così” di Audrey Schebat (nota drammaturga e sceneggiatrice francese, già autrice de “La Perruche”) con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace, per la regia di Francesco Zecca (produzione Argot Produzioni, in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito). Un’apparente felicità, o serenità, spesso nasconde segrete inquietudini e nodi irrisolti: la relazione tra Francesca, pianista di fama mondiale e Giulio, affermato psicanalista giunge a un punto di svolta quando la musicista, tornata a casa in anticipo, si ritrova nel bel mezzo di un dramma ma riesce a impedire che il compagno compia un gesto irreparabile, andandosene via per sempre «attaccato al lampadario della loro casa, sul tavolo della loro cucina». L’armonia della coppia si rivela un’illusione e Francesca e Giulio sono costretti a rimettersi in discussione e ragionare «sulle loro vite, sulle scelte e sulle non scelte, sull’inconciliabilità di alcuni pensieri e azioni» e inevitabilmente sul loro rapporto, su desideri e aspirazioni, successi e fallimenti, lavoro e routine. «Una sola notte per lasciarsi o amarsi di nuovo. Una sola notte per reinventare il proprio destino».
Viaggio nell’universo femminile tra scienza e ironia – lunedì 7 aprile alle 21 – con “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, uno spettacolo liberamente ispirato al celebre trattato di Paul Julius Moebius, con la verve e il talento di Veronica Pivetti, in scena con il musicista Anselmo Luisi, con la colonna sonora e gli arrangiamenti musicali di Alessandro Nidi, i costumi di Nicolao Atelier Venezia, disegno luci di Eva Bruno, per la regia di Gra&Mramor (produzione a.ArtistiAssociati in collaborazione con Pigra srl). Riflettori puntati sull’eclettica attrice, doppiatrice e conduttrice milanese, volto noto del grande e del piccolo schermo, che come una novella Mary Shelley si confronta con bizzarre teorie e singolari esperimenti, e narra le gesta di famose criminali, da Agrippina a Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio. Nella pièce si affrontano i fondamenti del pensiero reazionario e patriarcale, dal saggio del titolo alle tesi di Cesare Lombroso, in una curiosa antologia che potrebbe suonare come una parodia ma riflette invece una visione del mondo. Tra storie e canzoni, Veronica Pivetti mette in luce i presupposti ideologici che giustificherebbero la sottomissione delle donne, in contrasto con i successi di artiste e intellettuali, letterate e scienziate, filosofe attiviste e le plurisecolari lotte per l’emancipazione e la parità.
Un incantevole racconto per quadri – sabato 12 aprile alle 21 per un appuntamento (fuori abbonamento) nella Sala Consiliare del Comune di Lanusei – con “Sig.ra Rossetta”, uno spettacolo di Anna Fascendini e Donatella Pau, liberamente ispirato alla fiaba di Cappuccetto Rosso e interpretato e “animato” da Donatella Pau, con le musiche originali di Tomasella Calvisi, disegno luci di Loïc François Hamelin, costruzione scene e marionette a cura di Tonino Murru e Donatella Pau, sartoria a cura di Alessia Marrocu, per la regia di Anna Fascendini (produzione Is Mascareddas). Nel tempo sospeso dell’attesa, una donna ricorda e immagina, intrecciando la trama della propria esistenza con la tradizione della novellistica popolare. «Sig.ra Rossetta, giocando con quello che indossa e con i pochi oggetti che la circondano prova a raccontare la sua storia fatta di casine, di dolci profumati, di sentieri nel bosco e di un lupo, che arriva sempre a scompigliare l’ordine delle cose. Servirebbe un nastro rosso per riannodare la memoria». La pièce che sposa teatro di figura e narrazione su un’evocativa colonna sonora, offre molteplici spunti di riflessione sulla solitudine degli anziani e sul prezioso patrimonio dei racconti fantastici, per trasfigurare i semplici riti del quotidiano in una dimensione fiabesca, tra dolci ma anche temerarie fanciulle, madri e nonne premurose e lupi in agguato.