Stato di agitazione, con blocco degli straordinari e delle prestazioni effettuate in reperibilità fino alla conclusione del periodo del Fondo integrativo.
È stato proclamato dalla Rsu di Tecnocasic “per la crisi tecnica – si legge in una nota – ed economica che sta compromettendo la sostenibilità della società”.
La situazione – spiegano i rappresentanti dei lavoratori – “non riguarda solo il ritardo nella conclusione del revamping di due dei forni del termovalorizzatore, ma anche la condizione generale e catastrofica degli impianti idrici, di compostaggio e di potabilizzazione dell’acqua”.
Preoccupa – continua la Rsu – fortemente il fermo di molti impianti dismessi negli ultimi anni, tra cui il forno rotante fatto che costringe a dirottare i rifiuti in altri impianti. Lo scorso 24 marzo 2023 i lavoratori – ricordano i sindacati – proclamarono una giornata di sciopero per queste stesse problematiche, lo stato di agitazione e lo sciopero fu revocato a seguito della rassicurazione che si sarebbe intervenuti immediatamente per la messa in marcia degli impianti.
“A distanza di diciotto mesi, non solo non sono stati compiuti passi significativi. Ma la situazione è ulteriormente peggiorata, talmente da mettere in serio pericolo la filiera di smaltimento dei rifiuti e dei servizi in capo alla azienda. La riduzione del personale manutentivo e la sospensione di importanti attività di cura e rinnovamento degli impianti mettono a serio rischio la sicurezza operativa, già segnalata alla Direzione aziendale. Questo atteggiamento rischia di compromettere le corrette relazioni industriali, di mettere in pericolo la sicurezza dei lavoratori e di creare potenzialmente danni all’ambiente”.
I lavoratori riuniti in assemblea chiedono alla proprietà e agli enti pubblici di “intervenire urgentemente, monitorando la situazione e garantendo un confronto con le istituzioni comunali e regionali”. Viene inoltre richiesta la sospensione del ricorso al Fondo Integrativo Salariale (FIS): “si devono trovare – dice la Rsu – altre soluzioni”, racconta l’Ansa.