Prima sono ricominciati i bollettini con gli aumenti dei contagi da Covid, poi i titoloni allarmistici dei mass media, tutti che invitavano a non lasciarsi andare a baci e abbracci durante le festività natalizie e infine torna anche la proroga dell’obbligo di mascherina in alcuni reparti ospedalieri.
Proprio in questi giorni è apparsa in Gazzetta Ufficiale l’ordinanza 302 del 29\12\2023 recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da COVID-19 concernenti l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie”, che proroga al 30 giugno 2024 l’obbligo di mascherina “sull’intero territorio nazionale in relazione all’accesso alle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali”.
A giustificare tale decisione, secondo Schillaci, la “maggior pericolosità del contagio connessa alle situazioni di fragilità nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali in relazione all’attuale scenario della pandemia da COVID-19”.
All’emergere della notizia si sono levate immediatamente voci di protesta: l’associazione Corvelva ha sottolineato “la pressione mediatica anomala, forse foriera di una chiara volontà di non chiudere il tamponificio Italia”.