Il ministero della Salute ha annunciato sul portale del dicastero dedicato agli “Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori”, l’immediato ritiro da parte dell’operatore di un lotto di stracchino Lago Iseo della Formaggeria Camuna.
Il motivo indicato nell’avviso di richiamo la possibile presenza di Escherichia coli STEC, riscontrata dal produttore in un lotto di formaggella (L.4224) prodotta in concomitanza con lo stracchino in questione. Il prodotto interessato è venduto in forme intere da circa 1,5 kg con il numero di lotto 1741024, senza data di scadenza. Lo stracchino è stato confezionato dall’azienda Formaggeria Camuna (IT 03 1806 CE) ma prodotto dall’Azienda Agricola La Bratta di Foresti Matteo (IT A5B65 CE) con stabilimento sito in via Giovanni XXIII 13, a Corte Franca, in provincia di Brescia.
In precedenza, il Ministero della Salute aveva già segnalato il richiamo del formaggio a latte crudo ‘Strachì Nustrà’ Monte Bronzone a marchio Colosio, con lo stesso numero di lotto e prodotto dall’Azienda Agricola La Bratta di Foresti Matteo. Anche in quel caso il provvedimento era legato al riscontro di E. coli STEC in un altro prodotto.
A scopo precauzionale, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai clienti a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il rimborso. Cos’è l’Escherichia coli? Escherichia coli è un germe il cui habitat naturale è l’intestino dell’uomo e di altri animali. Alcuni ceppi definiti “produttori di Shiga-Tossina” o “verocitotossici” (STEC o VTEC), sono in grado di produrre tossine pericolose per la salute umana, inducendo una grave forma di diarrea emorragica, crampi addominali, nausea, vomito e febbre. Generalmente, questa infezione guarisce da sola entro pochi giorni. Nei casi più gravi, comunque, potrebbe essere necessario il ricovero in ospedale per una cura a base di antibiotici. I bovini rappresentano il più importante serbatoio naturale di STEC, frequentemente presenti anche in altri ruminanti domestici e selvatici (pecore, capre, cervi, caprioli, ecc), spesso senza causare alcun sintomo di malattia evidente.