L’Assemblea studentesca per la Palestina di Sassari torna in piazza oggi per condannare l’attacco armato israeliano a Gaza e in Libano e chiedere il cessate il fuoco.
Gli studenti chiamano a raccolta la cittadinanza per una manifestazione che è partita nel pomeriggio le vie del centro fino a piazza Fiume. “Non chiamatela terrorismo, chiamatela col suo nome: resistenza. A un anno dal 7 ottobre, torniamo nelle piazze per mostrare il nostro sostegno e la nostra solidarietà al popolo palestinese”, spiegano gli organizzatori.
“In un anno di occupazione e violenze, il numero di morti civili a Gaza è arrivato a 50mila, mentre il conflitto si è allargato anche su Libano e Siria. In Libano l’esercito israeliano ha avviato campagne di bombardamenti a tappeto uccidendo molti civili e arrivando addirittura a colpire basi Unifil. L’impunità verso Israele è vergognosa”.
“Questo è terrorismo, non la resistenza palestinese. Vogliamo che le istituzioni italiane e sarde riconoscano pubblicamente i crimini di Israele, che taglino qualsiasi tipo di accordo che possa dare supporto alle Idf, che le Università sarde recidano le collaborazioni con la fabbrica di armi Leonardo e che venga dato supporto al popolo palestinese”, dichiarano gli studenti e le studentesse del movimento per la Palestina.
Gli studenti criticano il governo Meloni accusandolo di voler reprimere la protesta dei cittadini: “Quanto accaduto a Roma il 5 ottobre è antidemocratico e vergognoso e la repressione è arrivata anche qua in Sardegna, dove a Cagliari hanno provato a impedire un corteo, mentre a Sassari hanno proprio impedito di manifestare in qualsiasi modo il 7 ottobre, imponendoci come prima data disponibile il 12 ottobre”.