Decine di cartelli per dire alla Regione e al Governo che il Sulcis che chiede rispetto.
Innanzitutto per la salute: Carbonia c’è, Perdaxius c’è, Sant’Antioco c’è, Villamassargia c’è e così via.
Poi un altro manifesto: “La Sanità non c’è”.
È la marcia della salute: almeno duecento persone, per la maggior parte studenti, arrivati a Cagliari con striscioni, trombette e fumogeni da tutto il Sulcis. E si sono fermati davanti all’assessorato regionale della Sanità in via Roma. “Lo diciamo anche alla presidente del consiglio Meloni che è qui a Cagliari – ha detto uno dei portavoce della protesta, Ivano Sais- il Governo deve mostrare di avere una visione di insieme che coinvolga anche la nostra terra, per fare tornare la Sardegna quella di una volta”.
Sais undici anni fa era sotto il Consiglio regionale a protestare come portavoce del Comitato dei figli della crisi. Ma da allora sembra che le cose siano cambiate poco: “La sanità è importante per tutti – ha spiegato Sais – non solo per chi è anziano, non solo per chi ora soffre di qualche patologia. Ma è un servizio che può essere utile a tutti in qualsiasi momento. E invece nel Sulcis assistiamo a uno smantellamento: mancano, strutture, medici, medici di base, infermieri, Oss. Non si può andare avanti così. Ma è una situazione che vale per tutta l’isola: i tagli stanno distruggendo la sanità, bisogna tutelarla.
Le richieste: “L’assessore deve prendere in mano la situazione – ha detto – anche il governo deve mettersi una mano sulla coscienza. Stanno danneggiando non solo la sanità, ma anche l’istruzione e il lavoro. Vogliamo un futuro in questo territorio: non vogliamo fare le valigie e partire chissà dove”.