Sono giorni in cui si discute della Siria, del suo futuro e del ruolo “attivo” dei gruppi terroristi e jihadisti dopo la destituzione del Presidente Bashar Al Assad.
Tra i gruppi armati che hanno occupato la Siria c’è l’organizzazione radicale sunnita Jabhat al Nusra (Al Qaeda in Siria), che ha avuto un legame con la Sardegna sino al maggio del 2018, quando nell’Isola e in Lombardia scatta un’operazione (una quindicina di arresti) che ferma un flusso di denaro destinato all’acquisto di armi, medicine, furgoni e attrezzature utilizzati nella guerra contro Assad.
Il processi portò alla condannato a sei anni di carcere dell’impresario siriano Anwar Daadooue per aver raccolto finanziamenti in Sardegna e averli poi trasferiti nelle casse proprio di Jabhat al Nusra.
L’impresario siriano Anwar Daadooue in Sardegna ottenne importanti lavori pubblici nell’ex arsenale di La Maddalena, dentro l’aeroporto Costa Smeralda e del Mater Olbia e anche in diverse zone del Sassarese. Tuttavia l’imprenditore sfuggì agli arresti del 2018 e ora si troverebbe in Siria dove si sta instaurando un regime islamista.
L’uomo è considerato il coordinatore della rete di finanziamento attiva in Gallura. Secondo la tesi dei Digos di Sassari, i soldi venivano inviato da Olbia verso un “ufficio di rappresentanza” situato a Raqqa, capitale dello Stato islamico fino all’ottobre 2017.
Nel maggio scorso la Corte di Cassazione ha confermato la condanna di Daadoue a sette anni di carcere per il sostegno alla organizzazione terroristica Jabhat al-Nuṣra.
L’uomo dopo un’evasione da un carcere danese, è ora latitante e ricercato dalle autorità italiane in tutta Europa e in Medio Oriente e si ipotizza che possa essere in Siria.