Tempi lunghissimi per visite neuropsichiatriche infantili, associazione “bimbi fragili” incontrato la Direttrice generale della Asl 7

Da parecchio tempo ormai, sottoporsi a una visita neuropsichiatrica infantile o per il riconoscimento della condizione di invalidità ufficialmente certificata dall’azienda sanitaria, sta diventando una chimera nel territorio.

Per discutere di tali problematiche, in particolare sulle azioni intraprese per abbattere le liste d’attesa, questa mattina, su sollecitazione del Consigliere regionale Fabio Usai, i rappresentanti dell’associazione “bimbi fragili” hanno incontrato la Direttrice generale della Asl 7 Giuliana Campus.

“Questa mattina, durante l’incontro con la Direttrice generale Campus, spiega Sabrina Urru, referente dell’associazione ‘Bimbi Fragili’, abbiamo manifestato tutta la nostra preoccupazione per i ritardi e le criticità insite nel servizio di neuropsichiatria infantile territoriale, nonché per il riconoscimento della condizione di invalidità ufficialmente certificata dall’azienda sanitaria, indispensabile, ad esempio, in ambito scolastico per l’ottenimento dei servizi connessi al sostegno degli studenti con specifiche condizioni”.

“Rispetto alle nostre rimostranze, racconta Chiara Vaccargiu, altra rappresentante del sodalizio, la Dott.ssa ci ha risposto di aver strutturato un piano di intervento per l’abbattimento delle liste di attesa, sia per l’effettuazione delle visite di neuropsichiatria infantile, sia per il riconoscimento ufficiale della condizione di invalidità”.

“La Campus, spiegano Sabrina Urru e Chiara Vaccargiu, ha preso l’impegno a stanziare delle nuove risorse che serviranno a garantire l’utilizzo delle strumento delle prestazioni aggiuntive per i medici esistenti, in maniera tale che si potrà implementare il numero di visite e così iniziare a smaltire il pregresso. Il nostro auspicio è che gli impegni presi oggi, concludono le rappresentanti dell’associazione, si possano velocemente tradurre in atti concreti. A ogni modo costituiscono un importante passo in avanti nel riconoscimento della dignità e dei diritti dei piccoli pazienti del territorio”.

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