Novità di tendenza per pranzi e cene durante le feste è fare pairing, ossia abbinare i piatti cucinati con drink speciali o meglio ancora pasteggiare con i cocktail.
Non più quindi il bere miscelato solamente protagonista dell’aperitivo o del dopocena, ma anche come accompagnamento dell’intero menu. È questa infatti la tendenza che si sta diffondendo tra le nuove generazioni, le più curiose delle contaminazioni e le più libere dagli stereotipi sui pranzi del Capodanno.
Il classico sia in ambito gastronomico sia nella Mixology si evolve con una serie di twist e rivisitazioni, tanto che, senza fare un torto ai puristi del vino e agli amanti della birra, anche pasteggiare con i cocktail per le nuove generazioni soprattutto è altrettanto ricercato. Del resto l’arte della mixology si sposa facilmente con i gusti di tutti: da una cucina poco convenzionale, spesso d’ispirazione esotica o fusion, ai grandi piatti di mare della tradizione; dalle zuppe di pesce a sauté e coquillage, fino alle carni più saporite, come l’anatra e il maiale; persino con la cucina veg. Le possibilità sono infinite, dunque. L’unica regola è che il drink sia dissetante e rinfrescante ed esalti i sapori del piatto a cui è abbinato, svelando note altrimenti perdute. Non deve insomma essere troppo caratterizzato e sovrastare con i sapori la proposta gastronomica.
Per il brindisi di Capodanno non più solo vino, prosecco o champagne, dunque. “Possiamo ottenere la stessa bevibilità anche – dice Riccardo Campagna, drinksetter di Anthology by Mavolo – .con gli accostamenti inediti e originali offerti dalla mixology. Tra cucina e cocktail esiste oltretutto un allineamento addirittura più semplice che tra vino, o birra, e cibo, grazie a una serie di contaminazioni che in tavola e nel bicchiere si armonizzano fra loro in virtù di un uso sapiente degli ingredienti”.
Di retaggio anglosassone, antico del XVII secolo e di gran moda tra la seconda metà ottocentesco e primi decenni del Novecento (come documentano splendide foto d’epoca), anche il punch torna a farsi conoscere, una mixology d’altri tempi di fascino vintage servita in una grande boule di alpacca o di vetro e di gran gusto perchè la combinazione dei cinque ingredienti tradizionali mettevano in risalto gli alcolici dell’Europa e delle colonie, le spezie e gli agrumi dell’Africa e dell’Oriente, i tè della Cina e dell’India e lo zucchero delle Indie è in genere ben abbinabile con il cibo seppure l’origine per gli inglesi colonizzatori dell’India era un dopo pasto. Si gustava magari fumando sigari, conversando su divani capitonnè, in apposite stanze / club, le Punch Room che oggi si possono trovare un po’ in tutto il mondo, anche a Roma nel The Rome Edition, hotel di lusso del brand lifestyle con 19 aperture nel mondo che ripropone il punch adatto alla socialità, in un ambiente ispirato ai bar clandestini.