Terra, una bottega di ceramisti tra XV e XVI secolo a Faenza

Una mostra – ‘Terra. Una bottega di ceramisti tra XV e XVI secolo’ – espone per la prima volta i reperti di una fornace ceramica scoperta durante i lavori di ristrutturazione del Palazzo delle Esposizioni di Faenza (Ravenna).

Curata da adArte insieme al Museo Diocesano, è allestita dal 4 novembre al 7 gennaio in parte nella Project Room del Mic, il Museo internazionale delle ceramiche, e in parte nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo. Fornaci e scarichi di materiale ceramico testimoniano un’attività artigianale avviata verso la fine del XV secolo e proseguito per buona parte del secolo successivo, il periodo di splendore della produzione ceramica faentina. Un rinvenimento dunque di grande interesse sotto diversi punti di vista, sebbene non inaspettato per questo settore della città: dalle fonti archeologiche e d’archivio sembra trattarsi di un vero e proprio quartiere artigianale per la produzione della nota maiolica faentina.

Al Mic si potrà seguire il ciclo produttivo della ceramica, attraverso alcuni reperti rinvenuti in scavo, oggetto di un parziale restauro e che dialogheranno con reperti analoghi già esposti al Museo, mentre a Santa Maria dell’Angelo si potranno ammirare foto e video, che metteranno in relazione reperti antichi ed elementi moderni, e non mancherà una selezione dei reperti archeologici in una nuova e originale forma espositiva.

“Un’opportunità per coniugare gli aspetti di tutela, di valorizzazione e di divulgazione – spiega il Soprintendente Federica Gonzato – che è nata grazie alla collaborazione tra varie istituzioni, a cominciare dall’Ufficio che dirigo, proseguendo con i colleghi del Museo Internazionale delle Ceramiche e del Museo Diocesano, per finire con gli archeologi della ditta adArte che hanno prima condotto lo scavo con grande professionalità e ora curato l’allestimento dei materiali. Senza dimenticare l’Amministrazione comunale di Faenza, committente dei lavori a Palazzo delle Esposizioni, lavori durante i quali è stato possibile portare in luce il complesso produttivo e tutti i suoi preziosi materiali”.

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