“È sempre emozionante incontrare i nostri giovani, ragazze e ragazzi, che hanno a cuore il presente e il futuro della Sardegna. Sono rimasta estremamente colpita dall’appello pubblicato su L’Unione Sarda da un giovane che con coraggio ha denunciato l’impossibilità da parte di tante e tanti fuori sede di rientrare in Sardegna per votare. Come ho ripetuto in questi mesi da nord a sud dell’Isola, c’è un minimo comune denominatore alla base di ogni tema che abbiamo trattato: in Sardegna in questi 5 anni sono stati calpestati i diritti di base delle persone. Quello alla mobilità è uno di questi, il diritto di poter tornare a casa, di potersi spostare liberamente all’interno del nostro territorio, che di conseguenza porta via con sé, in questo caso, anche il diritto al voto.
È così che si alimenta l’isolamento e lo spopolamento della Sardegna. Dobbiamo intervenire subito con politiche serie sui trasporti perché i collegamenti sono di vitale importanza, non solo per scoprire il mondo, ma anche per studiare, per la salute, per fare impresa e creare sviluppo. Non possiamo vedere i prezzi lievitare ad ogni festività impedendo alle persone di spostarsi perché pagare un biglietto aereo è un lusso che la maggior parte di loro non si può permettere, non dobbiamo accettare che i sardi continuino a restare prigionieri nella propria terra. Non è una situazione più tollerabile, dobbiamo ribellarci a questo.
Per questo vogliamo cambiare tutto. Per questo il 25 febbraio è indispensabile andare a votare con tutta la convinzione possibile.