Non c’è voluto molto: poche ore dopo la ‘liberazione’ del ‘primo Topolino’ dalle maglie del copyright, è arrivato l’annuncio dei primi film dell’orrore realizzati utilizzando l’immagine di Steamboat Willy finora protetta dal diritto d’autore.
Un brevissimo trailer e il riassunto della trama hanno accompagnato il segnale che il topo del cartone (naso a punta da ratto, occhi senza pupille, lunga coda), diretto nel 1928 dallo stesso Walt Disney, è ormai alla mercé di quanti vogliano adattarlo a piacimento senza chiedere il permesso, pagare royalties e comunque rischiare azioni legali.
Questo perché il copyright sul breve filmato di animazione, come per migliaia di opere uscite quello stesso anno, è scaduto alla mezzanotte di Capodanno sulla base di una legge voluta dalla stessa Disney che nel 1998 ha alzato da 75 a 95 anni i vincoli del diritto d’autore. È la stessa sorte toccata a un altro franchise della Disney, quello dell’orsetto Winnie the Pooh, trasformato da un cineasta britannico in un mostro assassino che gira armato di mazza nella serie di film Winnie the Pooh: Blood and Honey. Il primo episodio è uscito su Peacock l’anno scorso e il sequel P in programma in febbraio.