Natura, storia, gastronomia e cultura: sono gli ingredienti su cui punta la Valchiavenna per consolidarsi come meta turistica e porta della Valtellina, all’insegna di un rapporto più forte con l’ambiente, che qui viene vissuto spesso in modo simbiotico. “Chiavenna – ha detto ad askanews Filippo Pighetti, direttore del Consorzio per la promozione turistica della Val Chiavenna – è sempre più una destinazione active che propone tutta una serie di offerte turistiche in chiave outdoor. Da più di vent’anni Chiavenna è già la capitale del trekking grazie alle proposte dei sentieri storici della via Spluga e della via Bregaglia che chiamano ogni anno in Valchiavenna più di 10mila camminatori, da inglesi a israeliani, che percorrono il mitico grand tour tra Italia e Svizzera fino al lago di Como”.
La città è infatti un punto di partenza privilegiato per le escursioni in montagna, ma anche un luogo che mantiene le tracce dalla propria storia e ospita luoghi di cultura, come per esempio la Collegiata di San Lorenzo, dove è conservata una preziosa opera di oreficeria medievale: la Pace di Chiavenna. “Camminando lungo le vie del centro di Chiavenna – ha aggiunto il direttore – si possono ammirare innumerevoli palazzi con signorili appena restaurati, piazze con fontane in pietra ollare, così come i portali dei palazzi, il Museo del Tesoro con la Collegiata di San Lorenzo, ma soprattutto il fiore all’occhiello è il Palazzo Vertemate Franchi, il rinascimento nel cuore delle Alpi”.
Un palazzo che è sopravvissuto alla frana del 1618 e che oggi ospita pitture e decorazioni, ma anche un meraviglioso orto con limonata, affacciato sulla valle. “Tutto questo – ha concluso Pighetti – unito anche all’offerta del lago di Mezzola, cui è possibile arrivare tranquillamente a piedi lungo la ciclabile della Val Chiavenna, quindi in bicicletta, ricordiamo che la Valchiavenna è anche dotata da diversi anni di un bellissimo e fornitissimo punto di rent a bike”.
Accanto allo sport, infine, un ruolo centrale per il turismo della Valchiavenna lo gioca anche la componente enogastronomica, che qui può sfruttare le grotte naturali dei crotti, che consentono, grazie al vento di montagna che vi soffia all’interno, di conservare gli alimenti e i vini senza bisogno di refrigeratori.