Tremila pensionati in piazza a Cagliari, aumento beffa di 3 euro

In tremila anche in piazza Garibaldi a Cagliari per la manifestazione di protesta contro la legge di bilancio del governo Meloni promossa da Spi Cgil, il sindacato dei pensionati.

“Una manovra – ha detto il segretario regionale Giacomo Migheli per fare cassa, ma con una beffa: l’aumento di tre euro sulle pensioni minime”.

Ha parlato dal palco anche il segretario nazionale Spi Stefano Cecconi: “Queste politiche del governo – ha detto – sono offensive per chi ha lavorato una vita. E non è accettabile il trattamento che viene riservato anche agli anziani sulla sanità: reagiremo con forza”.

Centinaia le bandiere rosse del sindacato. Chiusura della manifestazione poco dopo mezzogiorno con l’immancabile trenino dei pensionati sulle note di Bella Ciao. Secondo i dati diffusi da Cgil il 33% dei pensionati sardi percepisce un assegno tra i 500 e i 749 euro. La quota di contribuenti pensionati è pari al 36% e quasi il 14% degli anziani è costretti a rinunciare alle cure e non può contare sui medici di famiglia, ridotti del 34,2% negli ultimi anni (a fronte si una media nazionale del -11%). “I pensionati e le pensionati sono allo stremo, il loro contributo al fisco è il doppio della media europea ma in cambio subiscono tagli ai servizi, alla sanità, al welfare e, da soli, con pensioni risicate, devono supportare le famiglie impoverite dall’assenza di lavoro, dalla precarietà, dall’inflazione – spiega Migheli – tre euro in più al mese secondo i calcoli del Sole2 4 Ore per le pensioni minime, da 614 a 617 euro, un’offesa alla dignità che noi respingiamo, rivendicando provvedimenti incisivi”.

Secondo i dati analizzati dal Centro studi della Cgil Sardegna una pensione che nel 2022 ammontava a 1.732 euro mensili subirà un taglio di 968 euro all’anno. E chi percepisce pensioni più basse dovrà fare i conti con il crollo del potere d’acquisto. Nel frattempo, rileva lo Spi, i pensionati si fanno carico di figli e nipoti precari. “In questo quadro drammatico – sottolinea Migheli – si inserisce il tentativo di smantellare il servizio sanitario pubblico nazionale, dirottando risorse verso il privato mentre il diritto alle cure e all’assistenza è sostanzialmente negato”.

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