“Il turismo lento si candida quale asset nell’ambito della strategia promozionale della Regione: è un segmento basato su sostenibilità ambientale ed economico-sociale, teso a valorizzare un’offerta unitaria, composta da borghi, cammini, destinazioni di pellegrinaggio, che si appresta ad affacciarsi sui mercati nazionali e internazionali”. Con queste parole l’assessore del turismo, artigianato e commercio, Franco Cuccureddu, ha sintetizzato, nel corso della conferenza ‘Sardegna Isola di cammini e di turismo lento’, svoltasi al Centro spirituale Nostra Signora del Rimedio di Donigala Fenughedu (OR), la valenza del progetto regionale sul turismo dei cammini, attivato, sviluppato e promosso dall’assessorato regionale. “Si tratta di un modello turistico esperienziale e sostenibile – ha aggiunto – imperniato su valori quali ambiente e natura, identità e autenticità, accoglienza dei territori e delle comunità che li abitano, che, alla pari di altri prodotti turistici tematici complementari al consolidato turismo marino-balneare, rappresenta un potenziale fattore di sviluppo economico per i luoghi coinvolti e una necessaria opportunità di diversificare l’offerta, nel corso di tutto l’anno e su tutto il territorio regionale”.
Oltre a mettere in luce lo stato di avanzamento del progetto e, in generale, del segmento, attraverso la partecipazione e gli interventi dei rappresentati regionali, assessorato del turismo e agenzia Forestas, del presidente della Conferenza episcopale sarda, monsignor Antonello Mura, degli enti locali protagonisti dell’offerta di cammini e destinazioni di pellegrinaggio, di media ed esperti del settore, la conferenza oristanese è stata un’anteprima della terza edizione di ‘Noi Camminiamo in Sardegna’, appuntamento, che per il secondo anno consecutivo ha ricevuto il patrocinio del Ministero del turismo. “L’originale e apprezzato format della manifestazione – ha spiegato l’assessore Cuccureddu a conclusione della conferenza – mira a perseguire un progressivo livello di fruibilità complessiva, infrastrutturale e di servizi annessi, dei cammini e degli itinerari proposti dalle destinazioni di pellegrinaggio, iscritti al Registro regionale, in questo senso ciascuna componente dell’offerta dovrà essere all’altezza degli standard dei requisiti richiesti e dotarsi di servizi all’altezza delle esigenze dei mercati”. Il programma del 2024 – è stato spiegato – durerà un’intera settimana, dal 30 settembre al 6 ottobre e si snoderà su 16 itinerari, lungo gli otto Cammini di Sardegna e le otto Destinazioni di Pellegrinaggio, attraverso il territorio di circa 80 Comuni. Il format prevede il coinvolgimento di circa 500 persone, ogni itinerario sarà percorso da gruppi di 25/30 ‘camminatori’, tra cui giornalisti, content creator, esperti di cammini, video-reporter, guide turistiche e ambientali, fotografi e appassionati. I vari gruppi cammineranno contemporaneamente sui 16 itinerari, per poi incontrarsi nella destinazione finale, che ieri è stata svelata dallo stesso Assessore Cuccureddu: “In realtà – ha precisato – quest’anno, le località saranno due: Galtellì, per il ritrovo e l’accoglienza di venerdì 4 ottobre, alla fine delle varie camminate; e Dorgali per la conferenza conclusiva di sabato 5”, dove saranno condivise le rispettive esperienze e ci si confronterà su eccellenze, progressi e criticità, in vista di pianificare un modello di sviluppo per il prosieguo dei lavori sul segmento.
Il progetto regionale coinvolge otto itinerari lungo i Cammini di Sardegna: Cammino Minerario di Santa Barbara, Cammino di San Giorgio Vescovo in Sardegna, Cammino di Santu Jacu, Cammino di Sant’Efisio, Cammino 100 Torri, Via dei Santuari e Cammino Francescano in Sardegna. Inoltre, ci sarà un ‘itinerario pilota’: il Cammino dei Beati, che prevede il coinvolgimento del territorio di cinque Comuni tra Nuorese e Baronia (Dorgali, Galtellì, Oliena, Orgosolo e Orosei). Protagoniste dell’evento saranno poi le destinazioni di pellegrinaggio: Borutta, Dorgali, Galtellì, Genoni-Gesturi-Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Sono tutti borghi legati a figure di santi e beati, oasi di ospitalità e accoglienza, silenzio e meditazione, di rigenerazione fisica e mentale, uno ‘spaccato’ di Sardegna autentica.