Le file davanti ai cinema, gli applausi in sala anche a scena aperta, un tour da star in giro per l’Italia e quell’exploit al botteghino – 3 milioni 800mila euro, dati Cinetel al 2 novembre – che salta agli occhi come una rimonta, attesa del cinema italiano dopo stagioni deludenti: tutti pazzi per C’è ancora domani di Paola Cortellesi.
E se c’è un Comandante (Favino è quarto) a guidare la riscossa è proprio lei, per giunta all’esordio alla regia.
Monica Guerritore, tra i fan vip del film oltre a Gianni Morandi, Valerio Lundini, Anna Foglietta e tanti altri, ha scritto in un post: “Il cinema italiano salvato da una donna”.
Ma al di là della frase a effetto, lo sguardo cinematografico femminile al cinema, mai così presente, arricchisce decisamente il panorama dell’offerta e riporta tante persone in sala. E c’è però un valore che va oltre il genere, quello dell’empatia con il pubblico, il cercare semplicità di sguardo, curare la regia e la messa in scena dei dettagli e proporre storie che vanno dritte al cuore, emozionanti, che fanno dell’esperienza davanti al grande schermo un intrattenimento nutriente. Caratteristiche di un cinema popolare nel senso più alto.
Vale per Cortellesi, come per Io Capitano di Matteo Garrone ad esempio e per altri film italiani che sono riusciti a superare lo scoglio del gradimento del pubblico.