Ultima generazione blocca autostrada Torino-Milano

Questa mattina alle ore 8.32, 17 cittadini della campagna FONDO RIPARAZIONE, promossa da Ultima Generazione, hanno bloccato il traffico a Torino, lungo l’A4 Torino-Trieste all’altezza del km 0.800 in entrambe le carreggiate di marcia; due persone si sono incollate con le mani sull’asfalto. I cittadini della campagna di disobbedienza civile per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della politica per contenerne i danni. All’arrivo delle forze dell’ordine, alle 8.44, i cittadini sono stati portati a bordo strada. Alle 9.02 infine, i cittadini, facendo resistenza passiva, sono stati fatti salire sulle volanti e sono stati condotti in Questura. Per la rimozione di una delle persone che si sono incollate all’asfalto, sono intervenuti i vigili del fuoco. Le due persone che si sono incollate all’asfalto sono cautelativamente state condotte al pronto soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria, per la valutazione di eventuali lesioni provocate dalla colla.

“Mi chiamo Daniele, ho 25 anni e ho scelto di andare in azione con Ultima Generazione perché sono stanco di avere paura. Ho paura perché non posso più ignorare che il mondo intorno a me stia diventando sempre più invivibile. Che le temperature diventano sempre più estreme, gli incendi sono una costante di tutte le estati, le siccità sono sempre più gravi mentre alluvioni e grandinate sono sempre più frequenti e intense. Ho paura perché so che questa situazione sarà sempre peggio, e non stiamo facendo abbastanza per fronteggiarla. Nonostante si sappia da decenni la gravità della situazione, le emissioni che rappresentano la causa principale di tutto questo continuano ad aumentare. Tanto alla fine saremo noi ultimi a pagarne il prezzo, ad avere la casa distrutta da un’alluvione o a non poterci permettere i prodotti di quei pochi raccolti risparmiati dalla siccità. Ho paura perché mi sento, o meglio mi sentivo, impotente di fronte a tutto questo. Mi sentivo troppo piccolo per fare qualcosa, troppo insignificante per provare a cambiare le cose. Non voglio più sentirmi così.”

“I governi ci hanno tradito, continuano a incontrarsi in grandi meeting per parlare del clima e prendere accordi che verranno puntualmente disattesi. Tra poco più di un mese ci sarà la cop28 negli Emirati Arabi, qualcuno pensa che davvero si risolverà qualcosa? I governi volutamente non fanno niente, sono solo chiacchere e si stanno macchiando di un omicidio colposo perché la situazione è gravissima in modo evidente. Non si tratta di ignoranza, ma di negligenza. Quest’anno non solo abbiamo avuto le temperature estive più alte mai registrate, ma l’estate si è protratta fino a metà ottobre: fino a ieri stavamo in canottiera a fare il bagno al mare e all’improvviso, oggi, abbiamo tre strati di vestiti addosso. Il collasso climatico è sotto i nostri occhi e lo stiamo sentendo sulla nostra pelle, non possiamo continuare ad andare avanti fingendo che questa non sia la realtà, non possiamo più ignorare la situazione. I governi volutamente continuano a perseguire gli interessi dei più ricchi e non fanno nulla per migliorare la situazione, siamo noi cittadini a dover pensare una proposta e fare il loro lavoro. Abbiamo una proposta che i politici dovrebbero solo accogliere e mettere in atto ed è quella di un fondo di riparazione di 20 mld permanente e preventivo che possa riparare a tutti i danni causati dai disastri climatici che abbiamo visto e che continueremo a vedere a due passi dalle nostre case o che vivremo in prima persona”, ha dichiarato Mida

“Mi chiamo Francesco, ho 29 anni e sto per fare un’azione di resistenza civile.  Lo faccio perché negli ultimi decenni gli eventi climatici estremi in Italia sono aumentati esponenzialmente. Alluvioni, grandine e siccità stanno colpendo il nostro territorio causando danni per miliardi di euro. Invece di proteggerci, il governo stanzia fondi insufficienti, e li prende dalle tasche dei cittadini più poveri tagliando lo stato sociale. I responsabili di questa catastrofe sono noti, Eni e le altre grandi multinazionali dell’industria fossile conoscevano da anni gli effetti che le emissioni avrebbero avuto sul nostro mondo, e sono loro a dover pagare. Io non voglio più essere preso in giro: è un diritto e un dovere di tutti noi scendere in strada e lottare per un futuro più giusto per tutti.”

 

 

 

 

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