Ultima Generazione, già dal nome non è un buon auspicio di Lucia Manca

Le Opinioni

Già il nome che si sono dati non è un grande auspicio. Fortunatamente per tutti, benché scienziati ed esperti sull’argomento ci ammoniscono da ormai diversi anni, questa non sarà l’ultima generazione, ma probabilmente una delle ultime sì!

È già dagli ultimi decenni del 1900, negli anni ’90, che si è iniziato a parlare in maniera incisiva e pesante, coinvolgendo la politica e l’opinione pubblica, della crisi climatica. Il protocollo di Kyoto, e cioè il trattato internazionale che affronta l’argomento “surriscaldamento globale”, è stato pubblicato nel dicembre 1997, più di 25 anni fa! I primi studi e i primi testi scientifici risalgono invece agli anni ‘60/’70!

Allora si diceva che i responsabili dei cambiamenti climatici e del “riscaldamento globale” sono proprio le attività umane. Più precisamente quelle che noi definiamo “progresso”. Quei cellulari che tutti teniamo in tasca, quei voli che prendiamo per raggiungere mete lontane (possibilmente in breve tempo), quegli imballaggi con cui ci portiamo a casa dal centro commerciale frutta e verdura, il televisore nuovo che si collega ai canali digitali e possibilmente ad internet, così via… Per carità, anche io ho un cellulare in borsa, una smart tv, un’auto alimentata a gasolio. Quello che non ho è l’ipocrisia di scimmiottare le contestazioni del ’68, illudendomi che possa servire a risolvere il problema ‘crisi climatica’. Queste sono azioni che anzi danneggiano l’ambiente.

Fermare le auto nei punti nevralgici delle grosse città, non aiuta l’ambiente ma aumenta l’inquinamento.

Imbrattare i muri degli edifici e i monumenti, che tra l’altro appartengono alla collettività, anche a me e a te che stai leggendo, non aiuta l’ambiente, l’acqua è preziosa e non si può sprecare per ripulire le marachelle di manifestanti che probabilmente non hanno ben chiaro quale sia il problema.

Quello che contesto non è il tema e il problema, ma i modi che vengono utilizzati da questa ‘ultima generazione’. Sì, perché le loro azioni non servono ad attirare l’attenzione sul problema, perché a fare questo ci sta già pensando chi l’argomento lo conosce, lo affronta e lo studia da più di 30 anni.

Quello che propongo a questa ultima generazione è quello di contribuire, se veramente vogliono salvare l’ambiente, e non ostacolarlo con diversivi che distolgono l’attenzione dall’argomento e che fino ad ora hanno solo fatto parlare di questo gruppo! Come a dire: vogliono salvare l’ambiente o vogliono visibilità, in un’epoca in cui l’esibizionismo la fa da padrona?

Per concludere, abbiamo mai riflettuto sul fatto che in ambito di crisi climatica, lo stato che inquina maggiormente al mondo, sotto tutti i punti di vista, e che non ha mai portato avanti gli accordi del protocollo di Kyoto, né tanto meno del Piano 20 20 20, sono gli USA? Quello stesso stato che detta l’agenda delle priorità in Europa? Quindi ha senso bloccare la circonvallazione a Roma, o forse bisognerebbe farlo a Manhattan? Insomma, è vero che sono le piccole gocce che creano il mare, ma cerchiamo di mettere gocce pulite, azioni sensate, proteste ragionate. W l’ambiente, riduciamo le emissioni di CO₂!

di Lucia Manca

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