Ultima Generazione: “Mattarella non firmi il Ddl Sicurezza”

L'Opinione di Ultima Generazione

Attraverso una raccolta firme, chiediamo che il Presidente Mattarella non firmi il Ddl Sicurezza. Approvato dalla Camera il 18 settembre, il Ddl introduce diverse misure mirate a potenziare la repressione, inasprendo le pene già esistenti e istituendo nuovi reati legati all’ordine pubblico. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ritardato l’approvazione definitiva al Senato con la richiesta di 4 modifiche al provvedimento che però non sono affatto sufficienti a smontarne l’architettura oppressiva e antidemocratica. Per questo, come Ultima Generazione chiediamo di fermare il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana anche con una raccolta firme che ha già raggiunto quasi 10mila firme. Con l’introduzione di una trentina tra nuovi reati, aggravanti, sanzioni e ampliamenti di pena, emerge il volto più repressivo e reazionario di questo Governo per i quali la sicurezza è declinata solo in termini di proibizioni e punizioni, ignorando che è prima di tutto sicurezza sociale, lavorativa e umano.

Negli scorsi giorni centinaia di migliaia di persone si sono mobilitate prendendo parte alle manifestazioni di denuncia contro il decreto, definendolo un chiaro esempio di populismo penale, basato sull’istituzione di reati che offrono soluzioni penali a problematiche tipicamente sociali. L’ultima grande manifestazione contro questo provvedimento si è tenuta proprio sabato scorso 14 dicembre a Roma dove più di 50 mila persone hanno gridato il loro no all’istituzione dello stato di polizia che hanno in mente al Governo.

Il governo Meloni dimostra ogni giorno di più di non avere alcuna preoccupazione di garantire diritti alle persone ma solo di voler reprimere le lotte sociali e civili, senza le quali non ci sarebbe alcun avanzamento sul piano dell’equità sociale. Anche le proteste operaie nel ‘900 non erano consentite, ma la loro perseveranza ha garantito a tutti diritti e libertà. Un Governo capace di sfornare un pacchetto di norme che ignora le più elementari necessità delle persone (lavoro, casa, istruzione, sanità) e mira a colpire quelle che considera classi pericolose: i lavoratori, i poveri, gli studenti e in generale chi non accetta passivamente di vedersi negati i diritti fondamentali, va fermato.

Molteplici sono i profili di incostituzionalità di questo disegno di legge, come il diritto costituzionale “all’abitare”. Tale diritto viene ignorato: il problema della mancanza di un tetto, che spesso conduce alle occupazioni, è esploso con l’intensificarsi delle politiche neoliberiste. Questo Governo sceglie di risolverlo inasprendo le pene, dimostrando una grave insensibilità sociale. Tale normativa, voluta dalle destre, non è solo incostituzionale ma contrasta con la filosofia della Costituzione, ignorandone principi fondamentali. Un’altra norma emblematica riguarda il carcere. L’articolo 27 della Costituzione stabilisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Le nuove misure introdotte, al contrario, riportano a un modello carcerario disumanizzante e punitivo. Basti pensare alla norma che abolisce il differimento obbligatorio della pena per donne incinte o madri con figli fino a un anno.

Chiediamo a Mattarella di quante altre leggi contro un futuro sicuro e democratico è pronto a essere complice. Firmerà leggi che proteggono gli interessi dei giganti dell’industria del fossile e i colossi degli agro-alimentari e della grande distribuzione, a discapito del nostro ambiente ed economia locale? Firmerà leggi che tagliano accessi alla sanità pubblica, permettendo solo ai ricchi di farsi curare? Come garante della nostra Costituzione, ci fidavamo. Se Mattarella decidesse di firmare, questa sarebbe la conferma che tutti i livelli dello Stato sono assorbiti nell’indifferenza e che tocca agli cittadini prendere potere. Insieme possiamo uscire dall’isolamento che ci impedisce di promuovere il cambiamento. Agendo collettivamente, obiettando, non cooperando e disobbedendo in modo nonviolento possiamo esigere giustizia e un futuro vivibile. Chiediamo a tutte le persone di attivarsi firmando qui.

 

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