Ultime giornate, a Oristano, per la mostra F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato, curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu all’interno della ventiseiesima edizione del festival Dromos. L’evento espositivo, allestito negli spazi del Foro Boario e inaugurato lo scorso 5 luglio, chiuderà i battenti sabato 5 ottobre con un lusinghiero riscontro di pubblico e di critica, dopo aver riportato la città di Eleonora al centro del dibattito legato all’arte contemporanea. A suggellare la mostra, un doppio appuntamento è in agenda a partire dalle 19 con ingresso gratuito: si comincia con la presentazione del catalogo alla presenza dei due curatori di F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato, del direttore artistico di Dromos Salvatore Corona, e dell’assessore alla Cultura del Comune Luca Faedda, che ha voluto fortemente l’esposizione con l’intento di trasformare il Foro Boario nel luogo deputato all’arte contemporanea a Oristano ma anche come punto di riferimento vitale e centrale per tutta la Sardegna.
A seguire, l’attesa performance dell’artista Mattia Enna dal titolo “Animulae pendulae”, evento d’arte performativa e relazionale che vedrà il coinvolgimento diretto del pubblico presente. Assistito dai due attori/cerimonieri, Daniele Coni ed Elisa Casula, e dopo un vero e proprio rito di purificazione scandito da un rigoroso procedimento liturgico-burocratico, Mattia Enna, in veste di officiante, distribuirà agli astanti le animulae pendulae che sono custodite all’interno della complessa installazione plastico/pittorica in mostra: un’opera composta da ben ventitré box di dimensioni varie in legno di recupero bruciato, dipinti con acrilico su foglia oro, argento, rame, e da circa trecento animulae pendulae sospese, che verranno “donate” durante il rito.
Questa prassi operativa è, del resto, ricorrente nella ricerca artistica di Mattia Enna (Oristano, 1981), la cui attività principale è quella di scenografo nell’ambito dell’opera lirica, della prosa, della musica jazz e, saltuariamente, del cinema. Dal 2015 Enna porta avanti il suo progetto artistico in fieri dei Mostrinae e dei SantiSubito, accompagnati da specifica procedura di adozione, che consolidano la sua attitudine verso azioni artistiche relazionali. Si muove in questa prospettiva anche la grande installazione delle Animulae pendulae che, «al di là dell’apparenza ludica dell’azione performativa, creano, di fatto, un protocollo di condivisione che svela, nella distribuzione delle parti, il valore etico di un gioco serissimo ad alta funzionalità sociale» (Mariolina Cosseddu). I mostrini di Mattia Enna attingono alla tradizione dei bestiari medioevali, alla visionarietà nordica di Bosch, al nostro medioevo contemporaneo, e hanno forme ibridate di bacilli, microbi e germi antropomorfi, zoomorfi o fitomorfi. Non fanno eccezione le animulae pendulae che si pongono come intermediarie per salvarci dal nostro purgatorio quotidiano, anche se, concettualmente, avvicinano l’artista alla tradizione pagana che identificava i monstra come prodigi, “segni” divini inviati agli uomini per ammonire e, insieme, mostrare la volontà divina: le animulae creano, dunque, un legame tra un altrove e la realtà contingente. Impregnate di un immaginario magico-religioso, ma in realtà fortemente moderne, le animulae riuniscono persone e concentrano energie, con generosa naturalezza riportano l’incanto al primo posto, ricuciono strappi per far riaffiorare la bellezza vitale.
Fino a sabato 5 ottobre si potrà dunque visitare ancora la mostra F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (escluso il pomeriggio del 5 ottobre, per consentire l’allestimento della performance di Mattia Enna) con ingresso a 5 euro; una mostra dal titolo apparentemente provocatorio e irriverente che si caratterizza per una lettura trasversale e problematica del tema del cambiamento, attraverso lo sguardo critico e sfuggente dell’arte contemporanea; uno sguardo capace, nel confronto col dato di realtà, di far emergere fluidità individuali e comunità metamorfiche per le quali e nelle quali il concetto stesso di “cambiamento” è polisemico, cangiante e ambiguo, talvolta inquietante, con una variabile non di poco conto: che uno lo voglia o no, è inarrestabile.
F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato presenta oltre settanta opere pittoriche, plastiche, multimediali, fotografiche, performative e installative di ben trentadue artisti di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale: Marina Abramović, Silvia Argiolas, John Baldessari, Matteo Basilé, Peter Belyi, Yannis Bournias, Riccardo Camboni, Roberto Chessa, Mattia Enna, Weng Fen, Franko B, Doze Green, Ximena Garrido-Lecca, Dario Ghibaudo, Robert Gligorov, Nan Goldin, Damien Hirst, Roberto Sebastián Matta, Tonino Mattu, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Hermann Nitsch, Erwin Olaf, Orlan, Martin Parr, Pastorello, Giuliano Plorutti, Roberto Pugliese, Giuliano Sale, Josephine Sassu, Sandy Skoglund, The Blue Noses.
Una mostra dal respiro internazionale, dunque, resa possibile grazie alla lungimiranza e alla generosità della Collezione Ogham – Antonio Manca, che già in passato ha collaborato col festival Dromos e con la Pinacoteca Comunale “Carlo Contini” di Oristano e alla disponibilità e alla sensibilità del collezionista Giuseppe Demara.