Avvio del referendum finalizzato a restituire agli italiani il diritto di scelta dei parlamentari nazionali.
Quattro i quesiti referendari depositati in Corte di Cassazione il 23 aprile che intervengono sugli aspetti più critici della legge elettorale in vigore, il Rosatellum. L’obiettivo è liberare gli elettori dalle liste bloccate dai partiti, eliminare la soglia di sbarramento per un maggiore pluralismo, costituire un sistema di raccolta firme elettorali più democratico e vietare le pluricandidature. L’attuale legge elettorale, combinata con la riforma del premierato, rappresenta una reale minaccia per la democrazia.
Lo slogan del Comitato Referendario per la Rappresentanza è “Io voglio scegliere”, che sottolinea gli obiettivi del referendum popolare per la restituzione ai cittadini italiani del diritto di scelta dei propri parlamentari, dopo ben 18 anni e mezzo di esproprio a esclusivo beneficio dei leader dei partiti.
Una violazione della Costituzione, più volte dichiarata incostituzionale dalla Consulta, ma che non è mai stata sanata, poiché le varie leggi elettorali, che si sono succedute nel tempo, si sono tutte mantenute nel solco dell’incostituzionale privazione del diritto di scelta dei parlamentari. E ciò ha, innegabilmente, contribuito a provocare – per non dire che ne ha costituito la prima causa – il progressivo distacco tra popolo e istituzioni, l’aumento esponenziale della sfiducia nella classe politica, l’incremento inarrestabile dell’assenteismo elettorale, come è stato confermato anche nelle ultime elezioni europee, la crescente percezione di inutilità alla partecipazione democratica, per l’assenza di qualsiasi interlocuzione tra eletti ed elettori, oltre che di tutela dei territori.