Dirsi di sì senza veli, in riva al mare, per vivere la cultura della nudità alla luce del sole, anche in un giorno importante come quello del matrimonio.
Nel segno dell’essenzialità, giusto un velo bianco, un papillon e un bouquet: accessori simbolo di una festa nuziale, “occasione per affermare il diritto di una scelta, in una dimensione sociale aperta, condivisa”, spiega all’ANSA Pamela Deiana, presidente nazionale dell’associazione Nudiverso.
Luigi Tedeschi, sindaco di San Vero Milis, nell’Oristanese, raccoglie la sfida, tra i primi in Italia.
In queste settimane sta vagliando la normativa e le necessarie autorizzazioni per lavorare a una delibera di giunta per far sì che la spiaggia naturista di Is Benas diventi scenario dove poter celebrare in forma ufficiale il rito civile.
Lo spunto è arrivato dalla richiesta di una coppia di tedeschi, quella di potersi sposare a fine estate e senza tessuti indosso nella spiaggia delle conchiglie, al confine con Is Arenas. È uno dei sei arenili in Sardegna – altri due sono di prossima istituzione – e uno dei 23 luoghi in Italia, autorizzati dai Comuni di appartenenza, in cui è possibile praticare il naturismo in sicurezza e tranquillità, nel rispetto delle norme e senza incorrere in sanzioni amministrative. Sei sono in Toscana, tre in Lazio, due in Sicilia e Emilia Romagna, uno in Abruzzo, Campania, Calabria, Piemonte.
“La Sardegna è un vero paradiso per chi ama vivere a stretto contatto con la natura – spiega il primo cittadino – Abbiamo individuato Is Benas perché offre la possibilità di potersi unire in matrimonio con o senza indumenti. Ci sono spiagge in Sardegna dove è permesso anche il matrimonio in via ufficiale. E c’è chi sceglie perfino di pronunciare il si sott’acqua”. Le richieste per i matrimoni in spiaggia sono tante, arrivano soprattutto dall’ Europa, dove peraltro, i praticanti del naturismo sono circa 20 milioni, in Italia la stima è intorno ai 500 mila. “Un’occasione importante per lo sviluppo del turismo attivo e ecosostenibile”, chiarisce Tedeschi.
L’iniziativa è sostenuta e promossa dall’associazione Nudiverso, impegnata a diffondere e promuovere, attraverso festival e iniziative, “la cultura della nudità condivisa e la percezione sociale dell’universo nudo in Italia, nei suoi principi legati a benessere, sostenibilità, inclusione, al prendersi cura dei luoghi, al tema del consenso, slegando tutto dai preconcetti e pregiudizi di chi associa la nudità alla disponibilità sessuale, aspetto culturale da superare – racconta la presidente Deiana – Stiamo lavorando per abbattere gli steccati, perché ci siano luoghi della nudità senza recinti, in una prossimità e convivenza pacifica tra quanti decidono di tenere il costume e quanti scelgono di non indossarlo, una semplice nudità integrale che, se raccontata con le parole giuste, unisce piuttosto che dividere”.
Questi in Italia i luoghi naturisti autorizzati: In Sardegna Porto Ferro (Sassari); Piscinas (Arbus); Is Benas – San Vero Milis (Oristano; Porto Conte (Alghero); Feraxi-Muravera Sa Marina (sud Sardegna); Bari Sardo (Ogliastra). In Toscana: La Lecciona (Viareggio); all’Isola d’Elba: Acquarilli-Le Tombe; Livorno con Nido dell’Aquila a San Vincenzo; Sassoscritto a Punta del Miglio – Calignaia a Punta Combara. In Sicilia: Bulala-Gela (Caltanisetta); San Saba (Messina). In Abruzzo: Le Morge (Chieti); In Piemonte: Val Sesia spiaggia fluviale (Vercelli). In Campania: Il Troncone (Salerono). Nel Lazio: Roma con Capo Cotta e Santa Severa e Fiumicino con Focene. In Emilia Romagna: Lido di Dante (Ravenna) e Il Trebbia (Piacenza). In Calabria: spiaggia di Stignano (Reggio Calabria), scrive Maria Grazia Marilotti per l’Ansa.