Una nuova tappa nel circuito del ventiseiesimo festival Dromos: “Isole d’altri mari”, tre giorni di musica a Tadasuni (OR) dal 23 al 25 agosto

Curiosità dell’oltre, quella che porta a re-interpretare i limiti non più come barriera ma come soglia di nuovi inizi, come corridoio tra l’interno e l’esterno, verso orizzonti inesplorati: su questi presupposti fonda le basi il trittico di giornate musicali che il festival Dromos ha in calendario a Tadasuni dal 23 al 25 agosto, come ultimo capitolo a completamento della sua ventiseiesima edizione. Un appuntamento convintamente fatto proprio dall’amministrazione comunale del paese, tra i più piccoli della Sardegna, che si affaccia sul lago Omodeo, nella regione storica del Guilcer-Barigadu; un appuntamento, quasi un “festival nel festival”, che già nel titolo, “Isole d’altri mari”, allude a quella spinta ad andare oltre i confini, musicali ma non solo, all’incontro e al confronto culturale che caratterizza e orienta da sempre Dromos e che farà da bussola anche per questa nuova tappa del suo già ampio circuito disteso tra Oristano e gli altri centri della sua provincia coinvolti in questa edizione: Cabras, Donigala Fenughedu, Fordongianus, Marrubiu, Morgongiori, Neoneli, Nureci.
 
La strada dell’incontro/confronto culturale è quella che ha imboccato anche il Comune di  Tadasuni, consapevole che investire nella cultura è, per le amministrazioni periferiche, ancora più necessario che per i grandi centri, proprio per l’esigenza di reinventare un rapporto più attuale tra cultura e territorio, tra cultura e popolazione, tra popolazione e altre “isole”, sia per lo sviluppo sociale e formativo che questo rapporto comporta, sia per gli influssi che ha sugli aspetti commerciali e turistici. La periferia, del resto, è da sempre oggetto di attenzione anche dell’azione di Dromos, che in questa collaborazione con il Comune di Tadasuni, ne fa il punto centrale della sua indagine e del suo impegno creativo, con lo scopo di partecipare a un lavoro corale, sociale ed educativo, per favorire una riqualificazione e valorizzazione del territorio coinvolto.
 

La tre giorni di musica a Tadasuni verrà aperta venerdì 23 agosto alle 18.30 nella Chiesa della Santa Croce dal grande maestro di launeddas Luigi Lai, autentica icona dello strumento simbolo della musica tradizionale sarda, accompagnato dal chitarrista Marcello Floris. Innovatore e divulgatore, il musicista di San Vito, novantadue anni da compiere a breve (il prossimo 25 luglio), presenza immancabile alla sfilata di Sant’Efisio, può vantare una carriera ricca di riconoscimenti (Cavaliere della Repubblica, Ufficiale della Repubblica, Laurea ad Honorem dall’Università di Bologna) e di collaborazioni in ambiti e con artisti che vanno da Angelo Branduardi al cine-concerto “Sonos ‘e memoria” di Gianfranco Cabiddu e Paolo Fresu, passando per tante e tante altre esperienze.
 
Dopo quella di Marcello Floris accanto a Luigi Lai, ancora una chitarra, quella sarda “preparata” di Paolo Angeli intreccerà le sue note con quelle di un’altra espressione emblematica della tradizione musicale sarda, quella del canto a tenore, una delle polivocalità più antiche del Mediterraneo ancestrale, qui rappresentato dal Tenore Murales de Orgosolo. L’inedito incontro, alle 19.30 in piazza Santa Croce, sarà un’importante occasione di scambio e confronto tra i massimi esponenti della tradizione orgolese e uno dei fari della musica sperimentale internazionale.
 
Chiuderà la prima serata, alle 21.30 al Parco Comunale, il trio formato dal violoncellista olandese Ernst Reijseger con Harmen Fraanje al pianoforte e Mola Sylla alla voce, m’bira e xalam: un sodalizio artistico cementato da una forte amicizia e caratterizzato da un rodato interplay, che ha condiviso e condivide numerosi progetti, tra i quali le colonne sonore per film di Werner Herzog. Il repertorio proposto nel corso del concerto comprenderà canzoni africane, cantate in wolof (la lingua nativa del cantante senegalese Mola Sylla) e composizioni di Reijseger e Fraanje (biglietto a 5 euro più prevendita).
 
La seconda giornata, sabato 24, vedrà ancora protagonista in apertura il violoncello di Ernst Reijseger, questa volta affiancato dal Cuncordu e Tenore de Orosei, in scena alle 18.30 nella chiesa di Santa Croce: “The Face of God”, questo il titolo del concerto, comprende brani del repertorio sacro della tradizione sarda e musiche composte dall’artista olandese. Da un lato il virtuosismo del violoncellista, dunque, che sorprende per la raffinata e originale tecnica e per la capacità di trasformare in poesia anche la sperimentazione sonora; dall’altro il virtuosismo armonico del canto tradizionale sardo del Cuncordu e Tenore de Orosei, ovvero Piero Pala (mesuvoche), Mario Siotto (bassu), Luca Frau (contra) e Emanuele Ortu (voche): i contrasti espressivi tra jazz d’avanguardia e musica sacra di origine etnica promettono di sprigionare un fascino arcano e conturbante.
 
Il cinema di Werner Herzog, già evocato la sera prima dal concerto di Ernst Reijseger, Harmen Fraanje e Mola Sylla, ritorna in modo esplicito nell’evento in programma alle 19.30 nella Casa Pinna: il duo Interiors, composto da Valerio Corzani (basso elettrico, elettronica e voce) ed Erica Scherl (violino e tastiera), per l’occasione integrato dal vibrafonista Pasquale Mirra, sonorizzerà infatti, dal vivo, le immagini di “Fata Morgana”, film diretto dal regista tedesco nel 1971: un’opera ibrida e visionaria, ancora oggi uno dei più fulgidi esempi di cinema estremo.
 
L’ultimo atto della serata di sabato 24 agosto vedrà sul palco nel Parco Comunale, a partire dalle 21.30, Dhafer Youssef, cantante e suonatore di oud, il liuto tipico della musica araba, capace di liberare lo strumento dal suo ruolo tradizionale e portarlo nel jazz. Nato nel 1967 a Teboulba, il musicista tunisino ha cominciato a scoprire le potenzialità della sua voce fin dalla giovane età. L’incontro col jazz avviene a Vienna, dove si trasferisce a diciotto anni per intraprendere un percorso che lo porterà a elaborare una propria cifra stilistica e a collaborare con artisti del calibro di Markus Stockhausen, Paolo Fresu, Nguyen Lê, Nils Petter Molvaer, Bugge Wesseltoft, Eivind Aarset, Zakir Hussain, Tigran Hamasyan, Ballake Sissoko, tra gli altri, ma anche di due “leggende” del jazz come Herbie Hancock e Wayne Shorter. A Tadasuni Dhafer Youssef presenterà la sua più recente fatica discografica, “Street of Minarets” (2023), che dà il titolo al concerto (biglietto a 5 euro più prevendita).
 
L’ultima giornata di “Isole d’altri mari”, domenica 25, si aprirà a mezzogiorno nel piazzale della Chiesa di San Nicola con il concerto del Coro Santu Nigola de Ortueri. Due appuntamenti in programma, come sempre, per la serata: il primo, alle 19 in piazza Santa Croce, sarà con il duo formato dal chitarrista Marino De Rosas, volto noto e di lunga esperienza sulla scena musicale sarda, e dalla cantante Denise Fatma Gueye, una delle voci più interessanti tra le ultime leve dei musicisti isolani. “Intrinada e altre storie” è il titolo del loro concerto che si presenta come il viaggio immaginario di un uomo attraverso i sentieri della Sardegna e le rotte del Mediterraneo, in cui balli, ballate e melodie si susseguono in un crescendo di passione.
 
A chiudere in bellezza la prima edizione di “Isole d’altri mari”, alle 21.30 al Parco Comunale (biglietto a 5 euro più prevendita), sarà il quartetto della violoncellista, cantante e compositrice cubana Ana Carla Maza, in Sardegna per presentare il suo nuovo disco, “Caribe”, pubblicato lo scorso ottobre: un energico mélange di jazz, musica classica e ritmi latini. L’album, autoprodotto e registrato in sestetto, vede la musicista originaria di L’Avana muoversi in piena libertà attraverso il son montuno cubano, tango, huayno, cumbia, reggae, bossa nova e samba, con un tocco sensuale di parole in francese e spagnolo, per chiudere festosamente, nel segno dell'”Isla Grande”, la prima volta di “Isole”.
 

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