“Partenza flop per i saldi, almeno per ora. Acquisti si, ma non code fuori dai negozi. Una conseguenza inevitabile dell’idea inspiegabile di far partire i saldi di giovedì invece che di sabato come la tradizione, oltre che la logica, vuole. In ogni caso i conti si faranno alla fine, al termine delle vendite di fine stagione” afferma Monica Satolli, coordinatrice regionale Sardegna dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Per quanto riguarda invece l’entrata in vigore della direttiva Omnibus, non ci risultano controlli per verificare la corretta applicazione sull’indicazione del prezzo precedente. Un’occasione perduta per far cambiare rotta ai soliti furbetti del quartierino, una minoranza certo, che però va azzerata” conclude Satolli.
Di seguito le regole una versione ridotta dei consigli sui saldi:
1) Prodotti difettosi: non valgono più i 2 mesi. Conservate sempre lo scontrino (anche se non è obbligatorio averlo per esercitare la garanzia, basta la prova dell’acquisto). Non è vero che i capi in saldo non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso. Dal 1° gennaio 2022, non è più necessario denunciare il difetto al venditore entro 2 mesi dalla sua scoperta (erano 2 mesi, non 7 o 8 giorni), anche se prima lo fate meglio è. In caso di difetto di conformità del bene, avete diritto alla sua riparazione o alla sostituzione del bene. Se riparazione e sostituzione non sono state fatte o sono impossibili, ad esempio perché manca la vostra taglia, allora avete diritto ad una riduzione proporzionale del prezzo o alla restituzione dei soldi.
2) Nuove regole sugli sconti, ma diffidate sempre di quelli esagerati. In occasione di questi saldi entra in vigore per la prima volta la direttiva Omnibus, rafforzando le tutele dei consumatori sugli sconti farlocchi. La novità è che il venditore è tenuto a indicare anche il “prezzo precedente”, ossia quello più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni precedenti i saldi.
Per i trasgressori è prevista una sanzione pecuniaria da 516 a 3.098,74 euro.
Questa nuova regola, però, rende solo più complicato e rischioso fare sconti farlocchi, ma certo non li impedisce. Per questo è bene continuare a diffidare degli sconti superiori al 50% che spesso nascondono merce non esattamente nuova o prezzi vecchi gonfiati e suggeriamo ancora ai consumatori di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare, non facendosi incantare da ribassi troppo elevati.
3) No ai fondi di magazzino. Le vendite devono essere realmente di fine stagione, non fondi di magazzino. Come accorgersene? State lontani da quei negozi che avevano i ripiani semivuoti prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei capi più svariati. E’ improbabile che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni articolo, di tutte le taglie e colori.
4) Confrontate i prezzi. Non fermatevi mai al primo negozio, ma confrontate i prezzi di più esercizi.
5) Consigli per gli acquisti.
· Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio.
· Valutate la bontà della merce guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (fibre naturali o sintetiche, lino o cotone…).
6) Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità, così da poter valutare autonomamente la convenienza dell’acquisto.
7) Negozi e vetrine. Non acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il prezzo precedente, la percentuale dello sconto e il prezzo nuovo (anche se in alcune regioni non è obbligatorio metterlo). Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
8) Prova dei capi: non c’è l’obbligo. Ma il consiglio è di diffidare di quei negozianti che non vi vogliono far provare i capi di abbigliamento o che per farveli provare vi chiedono un anticipo.
9) Datevi un budget. Stabilite una cifra massima da spendere e obbligatevi a rispettarla.
10) Pagamenti con Pos. Tutti i commercianti sono tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, per qualsiasi importo. Se non lo fanno potete chiamare i vigili, la guardia di finanza o comunque le forze dell’ordine per far applicare la sanzione prevista: 30 euro + il 4% del valore della transazione rifiutata.