Lezioni ed esami non possono aspettare burocrazia e ristrutturazioni.
E gli universitari ancora senza alloggio lo hanno spiegato, questo pomeriggio a Cagliari, in piazza e in corteo con una bara. Come dire: è morto il diritto allo studio.
Ma anche un po’ di allegria. Siccome anche le mense non sono a pieno regime ecco lo striscione: “Abbiamo fame di diritti, Ersu, boga cosa de pappai” (ovvero, togli fuori qualcosa da mangiare).
La manifestazione è partita da piazza del Carmine: all’appuntamento decine di ragazzi, molti di loro ancora in attesa di una casa. “È un corteo studentesco funebre – ha detto Bianca Pili, una delle rappresentanti del Comitato delle case dello studente – perché i problemi con gli alloggi sono noti a tutti e ora c’è anche il problema della mensa: abbiamo ricevuto finora solo promesse”.
I numeri. “Siamo passati da 799 posti del 2016/17, ai 238 posti alloggio messi a disposizione dall’Ersu per quest’anno accademico 2024/25 – spiegano in un documento -. Di tre mense, aperta ne è rimasta solo una. Le domande pervenute all’ente regionale per il diritto allo studio di Cagliari sono più di mille. Superano le mille anche le idoneità. Nonostante ciò, nel bando per l’anno accademico 24/25 sono presenti i soli posti alloggio di una casa dello studente, relativi al primo lotto del campus di viale la Plaia. Si tratta di soli 238 posti, dai quali ne vanno decurtati 20 che saranno occupati esclusivamente da persone con disabilità certificata”.
Alternative non ce ne sono. Anche perché gli affitti dei privati – dicono – sono sempre più cari. E quindi ecco il corteo di protesta con tappe all’Ersu e alla Regione. Altri messaggi: “Fuga di cervelli e strade desolate è questo il futuro che vi meritate”. E ancora: “Non ti risponde e ti ignora, non è un malessere, è la Regione Sardegna”.