Secondo la Commissione oceanografica intergovernativa (IOC) dell’UNESCO, uno tsunami di oltre 1 metro colpirà il Mediterraneo nei prossimi 30 anni.
La zona di pericolo è segnalata come la faglia di Averroè sotto il mare di Alboran, che si trova a metà strada tra la costa spagnola di Malaga e il Nord Africa. Ciò, naturalmente, solleva preoccupazioni circa il potenziale impatto sulle regioni costiere.
Gli esperti affermano che un terremoto sotto il mare di Alboran potrebbe causare onde alte sei metri, che potrebbero raggiungere la Spagna in soli 21 minuti. Si stima che i residenti costieri avrebbero solo 35 minuti per fuggire nell’entroterra.
Secondo i registri, si sono verificati circa 100 tsunami nel Mediterraneo e nei mari circostanti dall’inizio del XX secolo. Ciò equivale a circa il 10% del totale degli tsunami mondiali per quel periodo.
Il 21 luglio 365 d.C., un terremoto con una magnitudo momento di 8,5 o superiore si verificò nel Mar Mediterraneo orientale. Si ritiene che l’epicentro fosse nei pressi dell’isola di Creta. Il terremoto fu seguito da uno tsunami che uccise migliaia di persone e scaraventò le navi a tre chilometri nell’entroterra.
Gli tsunami nell’Atlantico nord-orientale sono meno comuni, ma nel 1755 un terremoto di magnitudo 8,5 che distrusse gran parte di Lisbona, la capitale del Portogallo, scatenò uno tsunami.